Pensavo che l’acidità gastrica fosse un problema di poco conto. Che procurasse solo qualche disturbo lieve e passeggero. E invece ho sperimentato sulla mia pelle che, se sottovalutata, può avere conseguenze ben più gravi del previsto. Per fortuna non era troppo tardi.
È cominciato tutto due anni fa, con un singhiozzo. Che è già terribilmente fastidioso quando dura anche solo un paio di minuti. Figuriamoci quando va avanti, quasi ininterrottamente, per due giorni. Impedendoti perfino di dormire. Prima di allora non mi era mai capitato niente di simile. Così, quando pallido di stanchezza e di esasperazione mi sono presentato al pronto soccorso dove mi hanno fatto tutte le analisi del caso, ho scoperto che a causarlo era un’esofagite da reflusso gastroesofageo. Vale a dire che nel mio esofago c’era materia acida risalita dallo stomaco, che ne irritava e ledeva la mucosa. Mi hanno subito praticato due flebo di farmaci miorilassanti e antiacidi. E mi hanno rimandato a casa prescrivendomi un mese di quegli stessi medicinali, ovviamente da prendere per bocca. Oltre al divieto assoluto di bere bibite gassate e alcolici, e di mangiare cibi irritanti come il pomodoro o le arance. Mi hanno anche raccomandato di fare pasti piccoli e frequenti. Cosa, tra l’altro, molto indicata per chi, come me, ha un metabolismo molto accelerato. Ho rispettato tutte le indicazioni, e per un paio d’anni non ho più avuto alcun problema.
Era l’inizio dell’estate scorsa quando all’improvviso quel vecchio episodio si è ripetuto in modo quasi analogo. Solo che questa volta, invece del singhiozzo, ad attanagliarmi erano dei crampi alla bocca dello stomaco. Talmente intensi e dolorosi da non riuscire neppure a reggermi in piedi, né tanto meno a mangiare o a bere. Potevo solo stare a letto, preda di quegli spasmi continui e acuti che non mi davano tregua. E che però, trattandosi di sintomi tanto diversi, non avevo minimamente collegato all’esperienza precedente. Dopo due giorni così, non appena sono riuscito ad alzarmi sono tornato al pronto soccorso. La diagnosi dopo le analisi è stata quella di una potente acidità gastrica, a livelli ormai non più sottovalutabili perché quasi a rischio di ulcera. Di nuovo i miorilassanti e gli antiacidi, di nuovo l’esortazione a una condotta alimentare più corretta. Sapevo bene di cosa parlavano. Ho un debole per la birra, e riconosco che in quel periodo ne bevevo un po’ troppa. In più stavo lavorando molto, e per sostenere il ritmo finivo per eccedere anche con il caffè. Oltre al fatto che invece dei miei piccoli pasti frequenti, riuscivo a farne solo un paio al giorno, durante i quali quindi esageravo un po’. Ovviamente il consiglio dei medici è stato quello di sottopormi subito a una gastroscopia, per valutare più chiaramente l’entità del problema. Ma non l’ho fatto, né lo farò: è un esame troppo invasivo che non riuscirei a sopportare.
Ciò non significa, però, che io sottovaluti il mio problema. Sto facendo tutte le analisi del sangue, e farò anche quelle delle intolleranze alimentari, visto che da tempo ho quella ai latticini: se ne mangio anche solo un pizzico per sbaglio vengo immediatamente colpito da disturbi digestivi e intestinali, oltre che da brutti sfoghi cutanei che per il mio lavoro non sono certo indicati. Intanto, quando gli impegni professionali mi impediscono di mangiare in modo sano e regolare, prendo preventivamente un gastroprotettore. Ho eliminato totalmente ogni sorta di bibita gassata, e ho ridotto notevolmente birra e caffè, mentre mangio un po’ di tutto in maniera equilibrata. Per fortuna in questo periodo sono in tournée teatrale con la commedia ‘Tres’, e restando fermi un po’ di tempo nelle varie città non mi è difficile avere ritmi più tranquilli e regolari. Perché un’alimentazione corretta da ogni punto di vista è veramente alla base dello star bene.
Sergio Muniz
[da Ok Salute e Benessere, dicembre 2014 – testimonianza raccolta da Grazia Garlando]