Alimentazione

Acidi grassi idrogenati: da limitare

In alcuni prodotti industriali, come margarina, patatine o biscotti, si usano oli vegetali resi solidi attraverso l'idrogenazione. Leggete l'etichetta e non mangiatene troppi, se non volete far schizzare il colesterolo

In alcuni casi l’industria alimentare, per motivi tecnologici e per prolungare la conservabilità dei prodotti, usa oli vegetali resi solidi con un procedimento chimico (è il caso, per esempio, della margarina, o di certe patatine o biscotti). Il processo si chiama idrogenazione, e quindi questi grassi vengono chiamati in etichetta grassi idrogenati.
Durante il procedimento, però, possono formarsi acidi grassi trans che sono dannosi alla salute, perché abbassano il colesterolo buono nel sangue e alzano il livello di quello cattivo. Inoltre, l’idrogenazione viene eseguita su oli vegetali economici e scadenti.
E’ meglio limitare la quota di acidi grassi trans introdotta con i prodotti industriali, imparando a leggere attentamente le etichette e a preferire alimenti che non ne contengano.
Attenzione, però: da poco sono in commercio prodotti con la dicitura grassi vegetali non idrogenati, che sono in genere grassi ottenuti da un processo chiamato transesterificazione. Non contengono grassi trans, ma il problema della qualità della materia prima rimane. E’ anche possibile trovare in etichetta grassi saturi, non meglio identificati. L’ideale, allora, sarebbe scegliere alimenti che contengano olio d’oliva (extravergine è meglio) o burro.
Fonte: sapermangiare.mobi

Ultimo aggiornamento: 19 febbraio 2010

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