L’acufene pulsante è un disturbo caratterizzato dalla percezione di un rumore ritmico e ha origine all’interno del corpo. È un tipo di acufene raro, che riguarda circa il 3% dei pazienti affetti da questo disturbo.
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Acufene pulsante: quali sono le cause?
L’acufene pulsante è causato da un cambiamento del flusso sanguigno dei vasi vicini all’orecchio. In genere si verifica in seguito a un’ostruzione o a un eccessivo allargamento di un vaso. Questa situazione costringe i vasi vicini a un sovraccarico che genera rumore.
Un’altra causa è la formazione di turbolenze all’interno del vaso. Se la parete interna del vaso è irregolare, per esempio a causa di aterosclerosi (indurimento delle pareti). In questo caso il flusso sanguigno sarà turbolento invece che regolare. L’acufene pulsante può, quindi, rappresentare un campanello d’allarme per diverse patologie:
- fistole arterio-venose,
- angiomi,
- glomo timpano-giugulare,
- paraganglioma,
- stenosi carotidee importanti,
- ipertensione arteriosa,
- valvulopatie cardiache.
- Molto più raramente gli acufeni pulsanti possono avere un’origine vasculo-tumorale.
L’aumento di percezione del rumore prodotto dal flusso sanguigno può avvenire anche in assenza di turbolenze od ostruzioni per:
- perdita uditiva di tipo trasmissivo causata da un aumento della risonanza della cavità timpanica (otite catarrale, otite cronica, restringimento tubarico, ecc.);
- aumento della sensibilità delle vie uditive che può, come nell’iperacusia, innescare un meccanismo di attenzione in cui il segnale normale di pulsazione viene interpretato come un segnale di allarme ed essere aumentato proprio dall’attenzione selettiva che vi si va a focalizzare (è un’evenienza frequente in soggetti con stati di ansia);
- disfunzioni dell’articolazione timpano-mandibolare.
Quali sono i sintomi dell’acufene pulsante?
L’acufene pulsante provoca la percezione in uno o entrambi gli orecchi di un rumore ritmico spesso sincrono con il battito cardiaco. Questo può essere facilmente verificato ascoltando il proprio battito con le dita sul collo o sul polso e ascoltando il proprio acufene. In alcuni casi la percezione continua di questo rumore può provocare cefalee e stati d’ansia anche molto intensi. Ha maggiore rilevanza clinica un acufene pulsante monolaterale.
La diagnosi
Per prima cosa, in presenza di un acufene pulsante è importante rivolgersi al medico specialista audiologo o otorinolaringoiatra che presterà particolare attenzione all’esame del timpano attraverso una microotoscopia ed effettuerà una esplorazione manuale dei vasi del collo. Dopo aver proceduto agli esami di base audiometrico e impedenzometrico ascolterà con uno stetoscopio la zona intorno all’orecchio per valutare se si tratta di un acufene obiettivo (ascoltabile dall’esterno). Il medico valuterà se procedere poi a esami quali: Tac, risonanza magnetica nucleare, angiorisonanza, ecocolordoppler dei vasi epiaortici ed eventualmente trans-cranico, angiografia.
Esistono terapie contro l’acufene pulsante?
La terapia varia a seconda della causa che ha scatenato l’acufene pulsante. Per esempio, se l’origine del disturbo consiste in fenomeni ostruttivi il medico provvederà alla somministrazione di farmaci antitrombotici e statine. In aggiunta l’acufene pulsante può essere trattato con la TRT (Tinnitus Retraining Therapy), con le tecniche di mascheramento sonoro e con terapie psicologiche, proprio come nell’acufene normale. Di fronte a un acufene pulsante è bene, dopo aver eseguito le indagini radiologiche e TC o RMN, ove tali esami evidenzino alcuni tipi di anomalie, chiedere una consulenza neurochirurgica o chirurgica vascolare, neurologica e angiologica.
Focus di Giancarlo Cianfrone, presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sulla sordità, docente ordinario di audiologia e foniatria all’Università Sapienza di Roma.
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