È una delle patologie infantili più pericolose, a decorso veloce e mortale nel 5% dei casi. Eppure ancora oggi i bambini vaccinati sono pochi e riguardo alla malattia c’è poca conoscenza. Ne parliamo con Raffaele Badolato, professore associato di pediatria presso l’Università di Brescia (puoi chiedergli un consulto qui).
Come si contrae la meningite?
La meningite si contrae per via aerea, da individuo a individuo, e di solito necessita di uno stretto contatto umano come tra conviventi o membri della stessa famiglia.
I sintomi non sono facili da diagnosticare
L’età di maggiore incidenza di questa patologia è nei primissimi anni di vita, soprattutto il primo anno. In parte perché il sistema immunitario non è ancora abbastanza forte da contrastare l’infezione, in parte per una predisposizione genetica. Ad oggi non si sa perché alcuni sviluppano la malattia e altri no. Quel che è certo è che nel bambino i sintomi sono molto subdoli, come la mancanza di appetito e la sonnolenza, e la diagnosi può essere tardiva perché la malattia evolve nel giro di 24/48 ore. La mortalità è del 5%, mentre nel 20% dei casi si hanno danni permanenti all’udito o talvolta l’amputazione degli arti.
Qual è la terapia?
Dopo un’analisi del liquor o del sangue, per identificare il germe della meningite, si provvede a prescrivere una terapia antibiotica salvavita per via parenterale. Il rischio maggiore è nei primi due o tre giorni, che sono i più critici e quelli associati a mortalità e danni permanenti.
Perché i bambini vaccinati sono ancora pochi?
Non esiste una vera comprensione della gravità della malattia. La diagnosi precoce non è la strada giusta da seguire, mentre con il vaccino si può fare prevenzione. Nel complesso la situazione dei bambini vaccinati contro la meningite non è soddisfacente, occorre uno sforzo economico maggiore da parte delle autorità statali preposte e aumentare la sensibilizzazione. Io consiglio il vaccino al di sopra delle 6 settimane di vita, proprio perché nel primo anno di vita i casi di meningite sono molto più frequenti.
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