Io vedo i cibi Ogm (gli organismi geneticamente modificati) come una grandissima risorsa per il nostro mondo sovraffollato, in cui si annunzia per il 2030-2040 un aumento di popolazione di altri quattro miliardi.
Non penso affatto che siano un pericolo per la nostra salute, e ripeto ciò che ho detto nel 2004, quando ho lanciato il Consensus Document sul tema «Sicurezza alimentare e Ogm», che è stato sottoscritto da 19 società scientifiche in rappresentanza di diecimila ricercatori: da anni, milioni di persone si nutrono di cibi geneticamente modificati, e nessuna indagine epidemiologica ha dimostrato l’esistenza di danni provocati da questi alimenti, che anzi sono più sicuri di quelli cosiddetti «naturali», perché molto più controllati.
Abbiamo paura degli Ogm, ma non pensiamo che ogni giorno mangiamo migliaia di chilometri di Dna, la molecola che costituisce i geni dei nostri cibi. Il Dna, come le proteine fornite al nostro organismo per mezzo della nutrizione, viene degradato in costituenti elementari che sono riutilizzati dall’organismo per delle nuove sintesi di Dna e di proteine. Senza l’efficacia di questo processo, nessun essere pluricellulare avrebbe mai visto la luce!
Ma poi, perché avere paura? Un terzo di tutte le specie vegetali esistenti si sono evolute a partire da ibridazioni naturali, e il resto è stato opera dell’uomo, fin dalla preistoria. Tanto per fare un esempio, il mais allo stato selvatico, non manipolato da 8mila anni di agricoltura, è una pianticina che produce minuscole pannocchie, assolutamente immangiabili.
E pensiamo agli erbicidi, ai pesticidi e insetticidi che servono a salvare i raccolti da larve fameliche e da muffe disastrose, ai concimi chimici che non solo inquinano il terreno e rimangono nei cibi, ma la cui produzione richiede una grossa spesa di energia.
Pensiamo anche ai farmaci, che dall’ingegneria genetica hanno già ricevuto un’enorme spinta. L’insulina, che salva la vita ai diabetici, è un Ogm, lo sapevate ? E allora, chiediamo con forza di applicare tutte le normative di salvaguardia messe a punto dall’Unione europea e dall’Italia (rispetto dell’ambiente e della biodiversità, garanzie di salute per i consumatori, controllo sulle multinazionali), ma non chiudiamo la porta. Gli Ogm sono un pezzo di futuro.