Renée Zellweger ha dovuto perdere i tanti chili presi per interpretare Il diario di Bridget Jones. E si è affezionata da allora alla dieta Zona, che è stata inventata dall’americano Barry Sears e che ha fatto molti proseliti anche in Italia.
La dieta si basa sullo schema 40-30-30. Vale a dire che a ogni pasto il 40% delle calorie ingerite deve derivare dai carboidrati, il 30% dai grassi e il restante 30% dalle proteine. Vanno limitati al massimo gli alimenti con un indice glicemico alto: farine bianche,pasta, pane, biscotti, torte, riso, mais, patate.
Sì invece a pesce, carne, uova, latticini, molti ortaggi, mele, albicocche e agrumi, frutta col guscio e pure cioccolato amaro, tutti con un indice glicemico basso. Le fonti proteiche sono carni e latticini magri, pesce, uova e legumi (compresi soia e tofu). Tra i grassi sono da privilegiare quelli monoinsaturi e polinsaturi (pesce, olio, noci), evitando i saturi (carni rosse, burro).
• COSA SALVARE. Di per sé è positiva l’idea cardine della dieta Zona, cioè quella di tenere sotto controllo il peso limitando i picchi di insulina, senza permettere che l’ormone cali o si innalzi troppo (situazioni che innescano il meccanismo della fame ricorrente).
• I LIMITI. La Zona è un regime alimentare iperproteico, che alla lunga potrebbe danneggiare fegato e reni. Attenzione a eliminare in modo drastico i carboidrati. Secondo le linee guida dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), da pane, pasta e compagni dovrebbe arrivare circa il 60% dell’apporto calorico. Per dimagrire, il taglio va fatto sugli zuccheri semplici, quelli contenuti nei dolci o nelle bibite gasate.
Francesca Gambarini e Cristina Piotti – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2009