Che ne diresti di chiudere il pranzo con una prugnocca (prugna+albicocca) o un orangelo (arancia+pompelmo)? Negli Stati Uniti è sempre più facile assaggiare fantasiosi esempi di frutta ibrida. Primizie che arrivano dai campi e non dai laboratori o da manipolazioni genetiche. «Questi frutti sono sicuri: sono ottenuti da incroci e l’uomo da sempre utilizza questa tecnica per creare nuove varietà», spiega Stefania Ruggeri (puoi chiederle un consulto), ricercatrice dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti (Inran) di Roma. «Però è bene verificare sempre la zona di provenienza».
Il trend negli Usa va a gonfie vele, per la felicità della californiana Zaiger Genetics, che produce la gran parte di questi ibridi, come racconta oggi Repubblica. Ma anche l’americano comune pare non disdegnare cilegugne (ciliegie+prugna) e peacherine (pesca+pesca noce): nonostante costino più della frutta normale, i supermercati ne vendono sempre più.
In Italia ci dobbiamo accontentare di mapo (mandarino+pompelmo), percocca (pesca+albicocca) e mandarancio (mandarino+arancio), ma non è detto che i mix americani non arrivino presto anche sulle nostre tavole. Si tratta si sfizi per il palato, di cui però si sa ancora poco dal punto di vista nutrizionale. «I valori nutrizionali di questi alimenti non sono presenti neanche nelle tabelle di composizione americane», spiega Ruggeri, «nonostante siano proprio loro i maggiori inventori di questi ibridi».
Dato il costo, il consiglio per il consumo giornaliero è di scegliere frutta locale e di stagione. Quindi lascia biricoccole (albicocca+susina) e compagnia ai momenti in cui vuoi provare gusti nuovi. In fondo, è proprio per saziare la voglia di cambiare sapori che sono stati inventati.
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Ultimo aggiornamento: 8 settembre 2011