Che dolori per la nevralgia del trigemino. Sono fra i più acuti. I pazienti si esprimono con le etichette più folcloristiche per descriverli: elettrici, folgoranti… Durano solitamente pochi secondi e a scatenarli può bastare anche la masticazione, il radersi, addirittura una semplice corrente d’aria.
Questi dolori non assomigliano a quelli di una cefalea: la sofferenza riguarda un’area ben precisa, corrispondente a quella in cui si distribuisce il nervo coinvolto. Già, perché il trigemino, lo suggerisce la parola stessa, è un tronco nervoso che si snoda in tre rami: il primo, detto branca oftalmica, si distribuisce all’occhio e alla fronte, il secondo alla regione mascellare e il terzo alla mandibola. Quasi nel 90% dei casi non si sa precisamente perché questo nervo cruciale soffra (i medici chiamano idiopatica l’origine sconosciuta).
«Per la forma idiopatica, in cui (è bene dirlo) non esistono cure in assoluto risolutive, vi sono rimedi farmacologici, con medicine impiegate nella cura dell’epilessia», dice il neurochirurgo Paolo Gaetani (puoi chiedergli un consulto). «Ma se i farmaci non dovessero più bastare, si può agire cercando di provocare una sorta di danneggiamento ad hoc del nervo». Lo scopo: bloccare la conduzione del dolore.
Come ci si riesce? Con procedure mini-invasive, cioè per via percutanea. Guarda in pdf l’intervento.
Come si fa l’intervento
«Un sottile ago-elettrodo viene inserito attraverso la cute della guancia», spiega Gaetani. «Per questa via si raggiunge, sotto controllo radiologico, il ganglio di Gasser, una stazione nervosa, alla base del cranio, che riceve le fibre delle tre branche del trigemino. A quel punto la distruzione delle vie dolorifiche viene ottenuta col ricorso al calore, grazie all’emissione di radiofrequenze, o mediante l’iniezione di sostanze lesive (come il glicerolo). Si può anche usare una cannula sottile, al posto dell’ago, con un micro-palloncino all’estremità. Nelle vicinanze del Gasser, il palloncino viene riempito in modo da premere sulle fibre nervose e lesionarle (bastano pochi minuti per provocare un danno irreversibile). Poi cannula e palloncino vengono estratti».
Sono terapie sicure, se eseguite da mani molto esperte, e possono essere effettuate in anestesia locale o in leggera sedazione. «Garantiscono buone risoluzioni del dolore in almeno in due terzi dei casi.», assicura Gaetani.
È invece necessario intervenire con una vera operazione chirurgica se il dolore è provocato da un tumore (in genere è benigno: neurinoma o meningioma), che preme sul nervo, ma anche quando il trigemino soffre per un «conflitto», cioè per un contatto con un vaso arterioso dal decorso anomalo.
Edoardo Rosati – OK La salute prima di tutto
Ultimo aggiornamento: 2 dicembre 2009