Tutto si può curare, eccetto la paura. Ed è proprio la paura il muro più alto da scavalcare per raggiungere una diagnosi precoce in oncologia, dove la tempestività può fare davvero la differenza sulla percentuale di sopravvivenza dei pazienti. Eppure, nonostante anni di campagne informative, la maggior parte delle persone ancora presta poca attenzione ai campanelli d’allarme che potrebbero celare un tumore silenzioso o addirittura finge di non accorgersene. A sottolinearlo è un’indagine condotta dall’University College di Londra e supportata da Cancer Research Uk, una delle più influenti associazioni britanniche per l’oncologia, che ha messo alla prova oltre 1.700 inglesi, testandone il grado di fifa quando si tratta di rivolgersi al medico per un sintomo sospettoso.
«Molti degli intervistati – conferma Katriina Whitaker, ricercatrice dell’University College di Londra – presentavano campanelli d’allarme ma li percepivano come irrilevanti e non degni dell’attenzione del medico, soprattutto quando erano indolori o a frequenza intermittente». Quasi la metà delle persone, stando alle conclusioni dello studio sulle pagine del British Journal of General Practice, sceglie di mettere la testa sotto la sabbia piuttosto che affrontare il rischio della verità. «Alcune persone – prosegue l’oncologo – hanno invece preso il coraggio di farsi visitare dopo aver visto una campagna di sensibilizzazione sul cancro o su incoraggiamento di famigliari o amici, come se questo legittimasse loro a dare importanza ai sintomi».
Quali sono i segnali da tenere d’occhio? I medici ne identificano almeno dieci: tosse o raucedine persistente, un nodulo o rigonfiamento improvviso, persistente cambiamento delle abitudini intestinali, o della vescica, un’inspiegabile perdita di peso, un persistente e inspiegabile dolore, un sanguinamento senza causa apparente, una ferita che non rimargina, difficoltà di deglutizione, l’alterazione di forma o colore di un neo.
Non sempre, però, questi sintomi segnalano la presenza di un tumore nascosto. Gli esperti ci tengono a sottolineare che, nella maggior parte dei casi, sono del tutto innocui, non riconducibili a forme tumorali. Tuttavia, proteggersi nella filosofia del ‘non si sa mai’ e farsi dare una controllatina a un neo che è cambiato o a una tosse che non passa, resta sempre la migliore delle idee. Togliere il freno alla paura, in alcuni casi, è il rischio minore.
CP
27/01/2015