Sono sempre di più gli italiani che, per disturbi intestinali più o meno marcati, si vedono costretti a eliminare dalla propria tavola il glutine o i latticini: almeno uno su cento soffre di celiachia e ben 7 su 10 non digeriscono il lattosio, lo zucchero del latte. Dati su cui fa il punto in questa intervista Damiano Galimberti, coordinatore SINE, Società italiana nutrigenomica ed epigenetica
Sugli scaffali dei supermercati oggi compaiono molti alimenti gluten-free o milk-free, un mercato in espansione con vendite in costante aumento. Perché, oggi, sono così diffuse le intolleranze alimentari? La risposta non c’è. Si può dire, però, che in parte sono aumentate le diagnosi, perché se ne parla di più, le persone sono più sensibilizzate e sono disponibili test specifici (come il ‘breath test’ per l’intolleranza al lattosio e il dosaggio degli anticorpi anti-gliadina, anti-endomisio e anti-transglutaminasi per il sospetto di celiachia, e i più recenti test genetici). Inoltre, a popolare la comunità degli intolleranti, anche coloro che mostrano una ‘sensibilità’ ad alcuni alimenti, però passeggera. E’ importante, quindi, distinguere tra celiachia, un disturbo permanente, e gluten sensitivity (sensibilità al glutine) che invece può essere risolta con un periodo di dieta adeguata. Quanto al lattosio, oltre alla predisposizione genetica, a condizionare il deficit della lattasi, l’enzima deputato alla digestione dello zucchero, sono alcune malattie infiammatorie croniche intestinali (celiachia, morbo di Chron), infezioni batteriche o virali, trattamenti farmacologici.
02/05/2014