La pediculosi è un’infestazione molto comune provocata dai pidocchi, cioè piccoli parassiti di colore bianco-grigiastro che colpiscono soprattutto i bambini in età scolare, specialmente nella fascia di età tra i 3 e gli 11 anni, e i loro genitori.
I pidocchi agiscono come parassiti e si nutrono pungendo la parte del corpo colpita, cioè cuoio capelluto, corpo o pube, depositando un liquido che causa un intenso prurito. La caratteristica fondamentale dei pidocchi è quella di vivere, quasi esclusivamente, sul corpo umano, poiché non possono resistere a lungo lontani dall’ospite.
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Come si trasmettono i pidocchi?
Contrariamente a quanto si creda, i pidocchi non “saltano” da una testa all’altra perché non sono in grado di spostarsi autonomamente. Il contagio, invece, avviene toccando la persona che ha già questa parassitosi o attraverso lo scambio di effetti personali infestati, come spazzole, cappelli, asciugamani, cuscini, biancheria da letto, sciarpe, elastici e fermagli.
Dove si prendono più facilmente?
Poiché i pidocchi colpiscono soprattutto i bambini, il contagio è più frequente nei luoghi popolati dai più piccoli e nei quali vi sono molte occasioni di contatto, cioè scuole, palestre, oratori, piscine e camping. Bisogna sottolineare che questi parassiti infestano chiunque, indipendentemente dall’igiene personale.
Come ci si accorge della presenza dei pidocchi?
Purtroppo non ci si può accorgere immediatamente della presenza dei pidocchi perché le prime punture non provocano alcun fastidio. Il motivo? Nella loro saliva c’è una sostanza che inizialmente toglie la sensibilità. Dopo qualche settimana, però, il bambino o l’adulto iniziano a provare un forte prurito locale, avvertendo addirittura il movimento del parassita sul cuoio capelluto.
La certezza dell’infestazione si ha solo quando si trovano i pidocchi vivi e le loro uova. Per fare ciò, è necessario ispezionare attentamente la testa del bambino (o dell’adulto) magari con l’aiuto di una lente di ingrandimento in un ambiente ben illuminato.
Come eliminare i pidocchi
Per debellare i pidocchi è necessario trattare i capelli e il cuoio capelluto con un prodotto antiparassitario specifico, che si può trovare in farmacia sotto forma di shampoo, gel, creme o mousse. I prodotti presenti in commercio, tuttavia, vanno utilizzati esclusivamente per la cura della parassitosi e non per prevenirla.
Permetrina
La permetrina è una delle sostanze antiparassitarie più efficaci, in grado di uccidere sia i pidocchi vivi sia le uova. L’emulsione all’1% si può impiegare per tutti i tipi di pediculosi, applicando sui capelli puliti un sottile strato di prodotto da lasciare agire per 10 minuti e da rimuovere con abbondante risciacquo.
Malathion
Un trattamento di seconda scelta, da utilizzare solo nei casi in cui si sospetta una resistenza alla permetrina, è il malathion, un antiparassitario organofosforico rapidamente attivo contro pidocchi e lendini. Il gel allo 0,5% deve essere spalmato in modo uniforme sui capelli asciutti e sulla pelle sottostante e lasciato in sede per almeno 10 minuti. Successivamente va asportato con un accurato lavaggio.
Bisogna utilizzare il pettinino apposito
Dopo il trattamento con un antiparassitario specifico, è necessario utilizzare un pettinino d’acciaio per rimuovere le uova. Bisogna pettinare ciocca per ciocca, partendo dalla radice del capello. La rimozione è facilitata se questo strumento è bagnato o se versiamo una soluzione al 50% in acqua di aceto sulla capigliatura, in grado di diminuire l’adesione delle uova ai capelli.
Come disinfettare la biancheria
Dopo aver accertato l’infezione, bisogna mettere in atto alcuni accorgimenti per disinfettare la biancheria, gli indumenti e gli oggetti. Per prima cosa, è opportuno lavare lenzuola, federe, vestiti e cappelli in acqua a 60 gradi.
Tutti gli oggetti e i giocattoli che sono entrati in contatto con la persona con parassitosi vanno lasciati all’aria aperta per almeno 48 ore (i pidocchi non sopravvivono a lungo lontani dal cuoio capelluto) o conservati in sacchetti di plastica per 2 settimane. Infine, è necessario lavare e disinfettare accuratamente pettini, spazzole, elastici e fermagli in acqua molto calda per circa 20 minuti.
Niente quarantena per il bambino con i pidocchi
La circolare del Ministero della Sanità n. 4 del 13 marzo 1998 prevede «restrizioni della frequenza di collettività fino all’avvio di idoneo trattamento di disinfestazione, certificato dal medico curante». Pertanto, stando a queste indicazioni, se si seguono scrupolosamente le regole per eliminare i pidocchi, il bambino può tornare a scuola il giorno successivo al primo trattamento.
Comunque è possibile mettere in atto alcune precauzioni, che sono le sole in grado di poter evitare la trasmissione dei pidocchi e ridurre il rischio di contagio. Innanzitutto, è bene che i bambini imparino fin da subito a non scambiarsi oggetti personali come pettini, spazzole, elastici, fermagli, asciugamani e cappelli, che potrebbero essere già infestati.
Bisogna insegnare loro a non ammucchiare capi di vestiario e asciugamani, soprattutto negli spogliatoi delle palestre. Infine, in età scolare, è sempre meglio controllare periodicamente la testa dei più piccoli (anche quando non hanno alcun sintomo).
Gli animali non trasmettono i pidocchi
I pidocchi sono solo umani, perché si nutrono solo del nostro sangue. Quindi non c’è alcuna possibilità che siano i nostri amici a quattro zampe a infestarci.