«Sono sempre stata una persona iperattiva e molto passionale fin da bambina. Quando qualcosa mi piace, mi piace veramente. Se però al contrario non mi trova d’accordo, l’istinto è di tirare fuori gli artigli, nonostante abbia in generale un carattere assai allegro. Un lato della mia personalità che ho imparato a gestire grazie a mio fratello. Da piccoli eravamo molto fisici durante i litigi, giocavamo spesso in modo pesante. Proprio «allenandomi» in casa con lui, ho capito che le arti marziali e gli sport da combattimento potevano essere un modo non solo per tenermi in forma, ma anche per sfogare stress e
aggressività, lavorando contemporaneamente sulla concentrazione. Ai tempi della scuola, infatti, la mia attenzione era assai ballerina». Elisabetta Canalis spiega così la sua passione per alcune discipline da combattimento.
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Elisabetta Canalis: «Così esalto il mio lato guerriero»
Per la verità, però, il mio primo amore sportivo è stata l’equitazione. Ho praticato per una decina di anni il dressage, facendo anche qualche gara di salto a ostacoli. Poi, con l’ingresso nel mondo della televisione, mi è stato detto che era un’attività troppo, tra virgolette, pericolosa. E, allora, ho virato su qualcosa di più «tranquillo». Le arti marziali e gli sport da combattimento, appunto. Non sono mai stata un’amante della danza… Tre anni di krav maga, poi muay thai e kickboxing, che ancora oggi alterno tra Los Angeles e Milano.
In realtà queste discipline hanno in comune con l’equitazione proprio il costringere chi le pratica a lavorare sulla concentrazione per evitare di farsi male. Se non mantieni il contatto con il cavallo e una seduta corretta, l’animale, imprevedibile e facile allo spavento, può sbalzarti di sella in qualsiasi momento. Esercitandoti nel combattimento la disattenzione può costare un pugno in faccia. Quindi devi liberare la mente e concentrarti sia sul modo in cui l’avversario ti attacca, sia su come ottimizzare le energie senza sprecarle per sostenere venti minuti di assalti.
Ho imparato a conoscermi meglio
Quanto allo sfogo dell’aggressività, arti marziali e sport da combattimento mi aiutano a conoscere meglio me stessa e a contenermi. Fondamentale è l’insegnamento del controllo della respirazione, la quale calibra ogni nostra attività. Non solamente gli allenamenti ma anche le circostanze in cui ci arrabbiamo o affrontiamo conversazioni concitate. Ai miei amici che vogliono provare, però, consiglio sempre: «Non sono sport che si fanno esclusivamente per tenersi in forma, richiedono anche uno spirito guerriero». Come il mio.
Il combattere è un atto che mi viene naturale, per me è un gioco, pesante ma divertente. Quando prendo un pugno, mi viene da ridere. Durante gli sparring – la messa in pratica dei gesti tecnici affrontando un altro atleta – mi sembra di tornare bambina, quando avevo otto anni e giocavo per strada sotto casa di mia nonna insieme con gli amichetti. Inutile dire che menavo di brutto anche i maschietti…
Elisabetta Canalis: «Ora ho più autostima»
Altro non trascurabile beneficio che mi deriva da tali pratiche è una maggiore sicurezza in me stessa. Il che non vuol dire faciloneria nell’arrivare ad avere uno scontro fisico con un’altra persona o il cancellare la paura. Significa saper trasmettere una sorta di energia guardando negli occhi chi ti molesta. Nel caso di vera aggressione, invece, in particolare il krav maga è un’ottima tecnica di autodifesa. Il segreto è il counter attack, la reazione che di solito il malintenzionato non si aspetta quando ti afferra. Se però corpo e mente hanno
memorizzato particolari mosse di difesa, questi scatteranno in automatico per liberarti. Non è la forza che salva, ma le velocità con cui si reagisce. È tutta una questione di movimenti fatti al momento giusto con la rapidità giusta. Così vengono abbattute le differenze, a partire da quelle di genere.
Fortunatamente, comunque, non mi sono mai capitate situazioni estreme, ma semplicemente qualche sciocco che cercava di allungare le mani in discoteca.
Il krav maga, il muay thai e kick boxing
È stato proprio il krav maga, sette o otto anni fa, a far scattare la scintilla tra me e gli sport da combattimento. A soddisfare il mio spirito guerriero. Appesi gli stivali da cavallerizza al chiodo, infatti, avevo girovagato un po’ tra le varie arti marziali, trovandole piuttosto noiose. Probabilmente perché non mi ero affidata agli insegnanti giusti. Tutti focalizzati sul training, la preparazione fisica, che, senza nulla togliere alla sua importanza, rischia,
però, di essere un deterrente per chi, come me, si avvicina a questi sport con uno spirito anche di divertimento.
Poi è entrato nella mia vita il krav maga, un sistema che combina tutta una serie di
discipline, dallo jujutsu allo street fight, dal wrestling alle arti marziali miste. È stato creato nel 1948 da Imi Lichtenfeld per l’esercito israeliano e ora adottato anche da militari e poliziotti statunitensi. Oggi, invece, alterno il muay thai, quando sono a Los Angeles, alla kickboxing, che pratico a Milano avendo come maestro il pluricampione del mondo Angelo Valente. In realtà delle lezioni di quest’ultimo ho usufruito online, tramite FaceTime, anche durante il periodo del lockdown. Tre volte a settimana che hanno contribuito a tenermi alto l’umore assieme agli allenamenti di pilates. Gli sport da combattimento non sono completi per salvaguardare la forma fisica di una donna. Servono anche esercizi più specifici, come,
ad esempio, per i glutei.
Elisabetta Canalis: «Io KO? Solo con lo yoga»
Ora sono tornata ad allenarmi normalmente, e, infatti, ho male alla schiena. Ma la colpa non è dei combattimenti, bensì dello… yoga. Tre anni fa, durante una vacanza, mi sono iscritta a una classe. Ho voluto fare subito tutto quello che facevano gli altri e sono finita ko. La risonanza magnetica ha evidenziato una piccola infrazione alla vertebra lombare. Là dove non ci sono mai riusciti calci, pugni, gomitate e ginocchiate dei vari kickboxing, muay thai e krav maga, c’è riuscita una ginnastica del corpo e della respirazione finalizzata alla meditazione e al rilassamento.
Elisabetta Canalis
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