Se qualcuno, 20 anni fa, ci avesse detto che i robot sarebbero entrati nelle sale operatorie del futuro, diventando i co-protagonisti della pratica chirurgica, avremmo alzato un sopracciglio con disappunto e dato poco credito alla questione. Eppure l’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale e l’incessante ottimizzazione dei dispositivi medicali degli ultimi decenni ci hanno catapultati proprio in quello scenario avveniristico. Oggi, infatti, l’assistente più affidabile e meticoloso del chirurgo è proprio il robot.
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Il robot NAVIO supporta il chirurgo nell’impianto di protesi al ginocchio
«La robotica non solo ha rivoluzionato e arricchito il modus operandi dello specialista, sostenendone l’expertise in ogni fase dell’intervento, ma ha anche migliorato l’esperienza del paziente prima, durante e dopo l’operazione» conferma Mario Tartarone, Direttore del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Carlo di Nancy, prima struttura di Roma ad aver introdotto il sistema robotico NAVIO per la chirurgia protesica del ginocchio. «Grazie a questo incredibile macchinario saremo in grado, entro la fine di quest’anno, di inserire circa 150 impianti in altrettante persone che hanno sviluppato un processo degenerativo della cartilagine articolare e dei tessuti connessi. A partire dal 2021, invece, il 30% degli interventi, sia con protesi al ginocchio totali sia monocompartimentali, saranno eseguiti con questa tecnologia, facendo del nostro nosocomio il punto di riferimento della chirurgia robotica per il Centro-Sud Italia» continua lo specialista.
Il robot aiuta a pianificare l’intervento chirurgico
Questo prezioso sistema non si sostituisce allo specialista ma lo supporta sia nella fase di pianificazione dell’intervento sia in quella operatoria vera e propria. «NAVIO consente di studiare e definire accuratamente tutti gli step chirurgici, in modo da personalizzare il processo di protesizzazione in base all’anatomia e alla cinematica del ginocchio del paziente. In particolare, grazie a dei sensori posizionati su tibia e femore e collegati a delle telecamere a infrarossi, il robot è in grado di registrare il movimento di questa struttura anatomica e di acquisire un’immagine tridimensionale delle superfici articolari, proiettando tutte queste informazioni su uno schermo touchscreen a disposizione del chirurgo.
Una volta raccolti questi dati, il sistema stabilisce la misura più idonea dell’impianto e il suo esatto posizionamento all’interno del ginocchio. E prima di procedere con l’intervento, dopo aver valutato tutti i parametri raccolti, il robot fornisce una simulazione estremamente precisa del risultato finale, in modo che lo specialista abbia ancora tempo per apportare eventuali modifiche» continua Tartarone.
Con NAVIO al fianco del chirurgo non si può sbagliare
A questo punto, pianificato passo a passo l’intervento chirurgico, si procede con l’impianto della protesi nel ginocchio. «NAVIO è un sistema semi-automatico, cioè è costituito da un braccio robotico con fresa diamantata roteante maneggiato dallo specialista stesso. Quest’ultimo, dunque, mantiene il pieno controllo del gesto chirurgico pur essendo guidato dalle indicazioni del robot, così come preimpostato nella fase precedente» conferma il chirurgo di Roma. Tra il clinico e la macchina, insomma, ci sono una piena integrazione e un continuo scambio di competenze, tanto che, rispetto agli interventi tradizionali, è anche quasi impossibile commettere errori. «Se il chirurgo che manipola il braccio robotico esce per sbaglio dagli spazi pre-selezionati o esegue un gesto inesatto, la fresa si ritrae e il sistema si ferma immediatamente, in modo da tutelare la salute del paziente. Il robot, infatti, va ad agire solo nella sede precedentemente individuata» spiega il dottor Tartarone.
I vantaggi per il paziente
I vantaggi per il chirurgo, dunque, sono numerosi ma il paziente quali benefici trae dalla robotica? «Con il sistema NAVIO abbiamo la possibilità di impiantare una protesi della misura corretta, nella posizione più anatomica possibile. In questo modo il dispositivo si consuma più lentamente nel tempo e ha una durata maggiore rispetto a protesi che presentano piccoli difetti di posizionamento e che, per questo, richiedono una revisione negli anni a venire. Inoltre, se l’inserimento dell’impianto è preciso e perfettamente in sinergia con l’articolazione, si riducono il dolore e i tempi di degenza, si recupera più facilmente il movimento ed è migliore anche la propriocettività: il paziente, cioè, non presenta la fastidiosa sensazione di avere “un corpo estraneo” nel ginocchio» fa sapere il medico.
Infine, grazie alla pianificazione dell’intervento tramite i sensori posizionati su tibia e femore, il soggetto non deve sottoporsi a esami di diagnostica, come ad esempio TC o risonanza magnetica, e ciò si traduce in una minore esposizione a radiazioni.
Il robot NAVIO presto utilizzato anche in altri ambiti
Le potenzialità di questo sistema, dunque, sono sotto gli occhi di tutti e non si esauriscono nella chirurgia protesica del ginocchio, anzi. NAVIO è pronto per approdare anche in altre branche della medicina, come la chirurgia protesica dell’anca e la Traumatologia dello Sport, dove verrà impiegato per le ricostruzioni dei legamenti crociati anteriori e posteriori del ginocchio.
A cura di OK Promotion