Gli alimenti bio sono positivi per l’ambiente, ma dal punto di vista nutrizionale sono quasi tutti simili a quelli coltivati e allevati in modo tradizionale. Uno studio dell’Università Statale di Milano ha analizzato molti prodotti, arrivando alla conclusione che non ci siano differenze per la prevenzione delle malattie croniche tra il cibo che arriva sulle nostre tavole dagli agricoltori che operano in modo biologico, rispetto agli alimenti per cui si usano anche pesticidi. Questo però non accade per l’ambiente ed è un punto assolutamente qualificante, visto che le condizioni del suolo e dell’aria possono influire sulla nostra salute. Sull’argomento finora regnava l’incertezza, per la mancanza di studi che confrontassero le qualità organolettiche dei differenti prodotti.
In realtà la legge italiana non permette che sui prodotti biologici, né tanto meno nella pubblicità di questi alimenti si possa dire che un cibo bio sia migliore di quello tradizionale. Com’è noto, però, la stragrande maggioranza dei consumatori pensa che gli alimenti bio siano migliori anche da un punto di vista nutrizionale rispetto a quelli convenzionali.
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Alimenti bio: la disciplina che devono seguire allevatori e agricoltori
Il primo punto da ricordare è quando un cibo possa essere definito biologico. Un alimento è bio se è stato prodotto da un’azienda che ha ottenuto la certificazione da un Organismo Nazionale di Controllo, autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura. Lo stesso organismo è chiamato a verificare periodicamente che la coltivazione e l’allevamento seguano la normativa europea. Si possono utilizzare solo sostanze naturali. Sono di conseguenza escluse tutte le sostanze chimiche, impiegate come insetticidi, concimi e diserbanti.
Altra regola da seguire è la certificazione che almeno il 95% degli ingredienti arrivino da agricoltura biologica. Per quanto riguarda le carni questo vuol dire che gli animali debbano mangiare solo ed esclusivamente mangimi vegetali ottenuti secondo il metodo di produzione biologico. Ma c’è di più. Questi ingredienti non possono essere coltivati vicino ad alimenti non biologici, perché potrebbero essere contaminati.
Alimenti bio: il nuovo studio ha esaminato quasi 600 prodotti
La ricerca dell’Università di Milano è stata coordinata da Daniela Martini, che è anche membro della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nutrients. I ricercatori in forza all’ateneo italiano hanno messo sotto osservazione i valori nutrizionali di 569 alimenti confezionati, che fossero sia biologici, sia tradizionali che si possono acquistare in qualsiasi supermercato. I risultati non lascerebbero spazio a dubbi: dal punto di vista nutrizionale non ci sarebbero differenze sostanziali. Poiché gli alimenti bio costano nettamente più di quelli tradizionali è un colpo molto duro assestato agli amanti del biologico. Come già detto, il discorso cambia sull’impatto ambientale che è comunque molto importante per la nostra salute e quella del pianeta. Non è invece stato effettuato un confronto tra vitamine e sali minerali, che in altre circostanze ha premiato i cibi bio.
I prodotti analizzati fanno parte delle più importanti categorie di alimenti che consumiamo e quindi:
- pasta, riso e altri cereali;
- latticini, quindi latte, burro, formaggi e yogurt;
- bevande vegetali, come quelle a base di soia, avena, riso e mandorla;
- pane, crackers, biscotti;
- frutta e verdura;
- legumi;
- olii vegetali come l’olio extravergine di oliva e quello di semi;
- tè e succhi di frutta;
- marmellate, miele e creme spalmabili.
I ricercatori hanno confrontato prodotti biologici con quelli tradizionali.
I risultati della ricerca: ci sono differenze per alcuni alimenti bio
Come anticipato i ricercatori non hanno trovato differenze nelle varie categorie, se non per quanto riguarda pasta, riso, cereali, marmellate, creme e miele. Pasta, riso e cereali biologici assicuravano un apporto proteico ed energetico inferiore, quindi meno calorie, ma avevano più grassi saturi. Marmellate, creme e miele avevano invece un contenuto inferiore di zuccheri semplici e carboidrati complessi, ma avevano più proteine.
In tutti i casi comunque le differenze erano piccole. Quindi anche in queste categorie non è possibile affermare scientificamente che gli alimenti bio siano migliori rispetto a quelli convenzionali.
L’impatto sulla salute del cibo biologico non sembra comunque sostanzialmente diverso da quelli tradizionali. Insomma non sono migliori nella prevenzione di importanti malattie croniche come quelle cardiovascolari, il diabete, le patologie neurodegenerative e i tumori. Resta fondamentale mangiare una dieta variegata, ricca di frutta e verdura e con un apporto equilibrato di proteine animali.
Poca differenza perché anche gli alimenti non biologici sono rigorosamente controllati
In realtà solo chi non conosce la normativa che riguarda i prodotti tradizionali può stupirsi dei risultati di questa ricerca. I livello di fitofarmaci, quindi di diserbanti, insetticidi e concimi di origine artificiali, è generalmente inferiore ai limiti fissati dalla legge, che già sono molto rigidi, soprattutto nel nostro Paese. Inoltre, soprattutto per quanto riguarda i tumori, va sottolineato che alcune sostanze cancerogene, come ad esempio i metalli pesanti e i nitrati, si trovano nel suolo e nelle acque, e quindi in qualsiasi tipo di prodotto.
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