Paure e tabù possono condizionare la vita sessuale dei futuri genitori nei nove mesi di attesa. È bene ricordare, però, che per la coppia il sesso è fondamentale anche in gravidanza. Per questo motivo è necessario spazzare via alcuni luoghi comuni che ancora influenzano la vita coniugale durante la gestazione e nei primi anni di vita del bambino.
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Sesso in gravidanza: sì o no?
«Il sesso durante i nove mesi di attesa non ha alcuna controindicazione, a meno che, ovviamente, non ci si trovi in presenza di gravidanze a rischio. Anzi, avere una buona intimità aiuta e cementa la coppia», rassicura la psicoterapeuta e sessuologa Chiara Simonelli. Passato il periodo delle nausee, il secondo trimestre è il momento migliore per l’amore in gravidanza. Secondo lo psicosessuologo Gabriele Optale, «i cambiamenti fisici nella donna possono diventare un’occasione per scoprire una nuova sessualità, sperimentando magari posizioni diverse. La migliore è sicuramente quella da dietro distesa su un fianco, mentre quella meno indicata è la posizione tradizionale frontale con lui disteso sopra».
Ci sono zone off limits nella futura mamma?
Le forme più arrotondate e floride della donna scatenano fantasie in molti uomini, ma è sempre opportuno lasciarsi guidare dalla compagna alla scoperta del suo corpo. «Per esempio, non ci sono specifiche controindicazioni a toccare il seno, ma ad alcune donne la pratica risulta fastidiosa se non addirittura dolorosa. Per questo bisogna ascoltarsi e parlarsi per poter gioire di questo stato di grazia» spiega Simonelli.
Cosa fare se dopo la gravidanza la donna non ha voglia di fare sesso?
Dopo la gravidanza e la nascita del bambino il pensiero del sesso spesso diventa l’ultimo dei desideri delle neo mamme. La stanchezza, lo scombussolamento ormonale e il cambio radicale dei ritmi di vita mettono a dura prova l’intimità della coppia. «La donna tende a essere assorbita dal grande impegno fisico dell’allattamento e della cura del neonato, ma ha comunque bisogno di attenzioni e di coccole per affrontare il nuovo ruolo» rileva la sessuologa. «L’uomo deve far sentire la sua presenza con sostegno e aiuto concreto nella gestione della routine familiare in modo che la donna possa ritagliarsi qualche spazio per sé» raccomanda Optale.
E per riaccendere il desiderio? «Alcune donne si avvicinano al partner sfoggiando completi sexy e creando un’atmosfera intrigante, altre preferiscono semplicemente abbassare le luci per nascondere le piccole imperfezioni del corpo e godersi le coccole per recuperare un po’ di romanticismo», risponde lo psicosessuologo. «La parola d’ordine, comunque, è accettarsi ma non trascurarsi».
È giusto che il bimbo stia in camera con mamma e papà?
Quasi tutti tengono il neonato in stanza con loro, ma questo è uno dei più grandi errori che commettono i neo genitori. «A parte i primi mesi, nei quali, specialmente se la mamma allatta, è più comodo avere il piccolo vicino, è meglio dare subito una cameretta al bambino», dice Simonelli. «Questo permette al neonato di abituarsi a gestire il ritmo di veglia e sonno, ma soprattutto aiuta i genitori a riposare meglio e a ritrovare l’intimità sotto le lenzuola. La vicinanza del figlio, infatti, allontana la coppia, che per questo evita l’approccio sessuale».
Quando deve scattare l’allarme intimità?
Il parto è un evento traumatico per il corpo della donna, che ha bisogno circa di un mese o due per riprendersi. In questo periodo è normale e consigliato evitare rapporti sessuali completi. Ma, passato questo momento, spesso emergono altri problemi di natura fisica e psicologica. Il 49% delle donne, infatti, dopo la gravidanza prova dolore di varia intensità durante il sesso, un problema che di solito scompare in poco tempo, ma, se persiste, è meglio rivolgersi a un medico. «In ogni caso nei primi rapporti dopo il parto è fondamentale la comunicazione. La donna deve guidare il compagno e lui deve essere rispettoso e dare rassicurazioni. Le neo mamme temono che il loro corpo non sia più attraente agli occhi del partner e così preferiscono evitare incontri ravvicinati», spiega Optale.
«L’assenza di rapporti può provocare gravi danni alla vita di coppia, succede di frequente che gli uomini vadano a cercare altrove quello che non trovano più a casa. In generale, il campanello d’allarme, se non si è ripresa una vita sessuale normale, dovrebbe scattare a sei mesi dal parto» continua Simonelli.
L’allattamento è un anticoncezionale?
Molti ritengono che l’allattamento al seno protegga dalle gravidanze, ma non c’è nulla di più sbagliato. «Se non si sta allattando, qualunque tipo di anticoncezionale va bene per evitare una nuova e ravvicinata gravidanza. Per chi allatta, invece, è meglio evitare la terapia ormonale e ricorrere all’uso del preservativo, anche quello femminile» conclude lo psicosessuologo.
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