Il 25 maggio scorso il Ministero della Salute e l’Istat hanno avviato un’indagine sierologica sulla popolazione per stimare la diffusione del Sars-CoV-2 in tutto il Paese. Si cerca di capire, cioè, quante persone hanno contratto l’infezione Covid-19 e sviluppato gli anticorpi, anche in assenza di sintomi, attraverso l’esecuzione di un test sierologico.
In questo articolo
Indagine sierologica: chi può partecipare?
All’indagine sierologica può partecipare solo chi fa parte del campione selezionato, che comprende 150.000 individui residenti in 2015 comuni italiani (qui l’elenco di quelli selezionati). I nominativi sono stati estratti a partire dai registri statistici Istat, in modo da assicurare la rappresentatività per genere, fasce d’età e attività lavorative. Non è dunque possibile chiedere di essere inseriti nel campione e sottoporsi al test spontaneamente.
Come si partecipa all’indagine sierologica?
I centri regionali della Croce Rossa Italiana contattano telefonicamente i cittadini selezionati con un numero che inizia con 06.5510. Gli operatori della CRI sottopongono l’interlocutore a un breve questionario predisposto dall’Istat in accordo con il Comitato tecnico scientifico e concordano un appuntamento per l’esecuzione del test sierologico.
In cosa consiste il test sierologico
L’indagine sierologica promossa da CRI e Istat prevede che il campione selezionato si sottoponga a un test sierologico, che verifica la presenza nel sangue degli anticorpi al nuovo coronavirus. Il test consiste in un prelievo ematico, che può essere effettuato presso i punti individuati da regioni e province autonome o punti di prelievo della Croce Rossa. Il prelievo può essere eseguito anche a domicilio se il soggetto è fragile o vulnerabile. Il test è a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Tutti i pazienti guariti da Covid sviluppano gli anticorpi
È obbligatorio partecipare?
La persona selezionata per l’indagine sierologica non ha l’obbligo di partecipare e si può rifiutare di aderire al programma. È bene ricordare, però, che chi si sottopone al test può scoprire se ha contratto l’infezione e se ha sviluppato gli anticorpi. Inoltre può contribuire a far conoscere la situazione epidemiologica dell’intero Paese.
Come viene comunicato il risultato dell’indagine sierologica?
La regione di appartenenza comunica l’esito del test entro 15 giorni dalla sua esecuzione. A tutti i cittadini che aderiscono viene assegnato un numero d’identificazione anonimo per l’acquisizione del risultato. Il legame di questo numero con i singoli individui è gestito dal gruppo di lavoro dell’indagine sierologica e divulgato solo agli enti autorizzati.
Cosa succede se il test è negativo?
Se il test risulta negativo significa che non si è entrati in contatto con il virus e, di conseguenza, nel corpo non sono presenti gli anticorpi.
Cosa succede se il test è positivo?
Se il test dell’indagine sierologica risulta positivo significa che nel corpo dell’interessato sono presenti gli anticorpi al Sars-CoV-2. L’individui, quindi, è entrato in contatto con il nuovo coronavirus. In questa fase, però, non è possibile stabilire se l’infezione sia stata debellata o se si è ancora contagiosi. Quindi in caso di positività, il cittadino è obbligato a rimanere in temporaneo isolamento domiciliare. Successivamente il Dipartimento di prevenzione del proprio Servizio Sanitario Regionale lo contatta per fare un tampone naso-faringeo che verifichi l’eventuale stato di contagiosità. La riservatezza dei partecipanti è mantenuta per tutta la durata dell’indagine.
Chiara Caretoni
Leggi anche…
None found