Dopo sei mesi dallo scoppio della pandemia legata al coronavirus ci sono ancora tante domande senza una risposta, nonostante la mole enorme di dati raccolti e di studi scientifici fatti. Il problema principale è che questo virus si comporta in modo molto diverso da tutti gli altri che la comunità scientifica si è trovata costretta ad affrontare. All’inizio tutti convergevano sul fatto che si trattasse di una malattia respiratoria. In realtà con il passare del tempo ci si è accorti che il coronavirus non colpiva solo i polmoni, ma anche il cervello, il sistema dei vasi sanguigni, i reni, l’intestino, il cuore, gli occhi e il naso. In pratica quasi tutto il corpo umano. Sono infatti molte le complicanze di Covid sul lungo periodo che possono colpire significativamente il nostro stato di salute.
In questo articolo
Complicanze di Covid: coinvolti quasi tutti gli organi del corpo umano
Gli studi svolti sul coronavirus hanno indicato una serie di sintomi ed effetti a lungo termine che colpiscono soprattutto chi ha avuto la necessità di ricorrere alle cure dell’ospedale. Si tratta di:
- cicatrici sui tessuti polmonari che possono compromettere la capacità respiratoria;
- insufficienza renale;
- aritmia e infiammazione cardiaco;
- problemi al fegato;
- danni alla funzione cognitiva;
- disordini dell’umore;
- problemi a percepire gli odori e i sapori.
Naturalmente avendo questa malattia solo sei mesi, non conosciamo nel dettaglio quello che potrà succedere a questi pazienti sul lungo termine. I medici però si stanno attrezzando a comprendere quali siano gli impatti futuri di questo virus sulla salute umana.
Polmoni
Diversi studi hanno spiegato che tre pazienti su dieci avranno danni permanenti ai polmoni, mentre il 60% ci metterà sei mesi a riprendere la normale capacità respiratoria. Si tratta di fibrosi polmonari.
I danni maggiori ai polmoni sono da rintracciare nei vasi sanguigni che si trovano all’interno degli alveoli, la zona di interscambio tra l’aria che respiriamo e il sangue. Queste cicatrici possono portare a difficoltà respiratorie nei pazienti. Al momento non c’è alcun trattamento che possa fermare o migliorare la situazione. Uno studio ha dimostrato che questo possa avvenire anche nei pazienti asintomatici.
In alcuni casi la fibrosi polmonare può stabilizzarsi e in questi casi il paziente non avrà conseguenze importanti. Esistono però delle forme di fibrosi che progrediscono nel tempo. Qui la situazione cambia e il pericolo cresce, perché si può arrivare fino al decesso. Non si può guarire di fibrosi polmonari, ma ci sono farmaci che possono rallentarla.
Molte delle persone che sono state ricoverate nelle Terapie Intensive hanno sviluppato una condizione chiamata sindrome respiratoria acuta o ARDS, dall’inglese acute respiratory distress syndrome. Si tratta di una risposta molto forte del sistema immunitario che provoca la presenza di fluidi negli alveoli, facendo diventare il respiro pressoché impossibile se non con l’assistenza medica.
Complicanze di Covid che interessano il cuore
Il cuore è uno degli organi più colpiti da questa malattia. Il problema principale in questo caso è lo sviluppo di aritmie cardiache. Questo avviene sempre per la risposta del sistema immunitario, che causa una super infiammazione del muscolo cardiaco, una miocardite per intenderci. La miocardite può interessare il sistema elettrico portando a produrre battiti cardiaci molto irregolari. Il risultato è che ci sono conseguenza sulla capacità di pompare il sangue in tutti gli organi, provocando stanchezza e difficoltà respiratorie.
Le ricerche ci dicono che le persone più a rischio sono quelle che già soffrono di malattie cardiovascolari. Anche però i pazienti di Covid che non hanno questi tipi di problemi potrebbero andare incontro ad aritmie.
Vasi sanguigni
Anche i vasi sanguigni sono colpiti dal coronavirus. La malattia può incidere sull’aumento della coagulazione del sangue, con un relativo un blocco dei vasi sanguigni. Ecco perché è importante utilizzare anche farmaci anticoagulanti nel trattamento di Covid 19. Come si diceva quando ci siamo occupati delle complicanze di Covid che interessano i polmoni, ci sono conseguenze anche sui piccoli vasi sanguigni che raggiungono gli alveoli. In questo caso si parla tecnicamente di MicroClots, dall’inglese Microvascular COVID-19 lung vessels obstructive thromboinflammatory syndrome. Si tratta di una sindrome endoteliale progressiva a partenza polmonare. Il coronavirus può raggiungere e colpire l’endotelio degli alveoli, che è la parete interna dei vasi sanguigni, causando manifestazioni trombotiche. Questo significa che si formano dei coaguli all’interno dei vasi ostruendo il normale flusso del sangue. Da qui questa sindrome infiammatoria può raggiungere diversi organi, portando a una condizione particolarmente difficile da trattare.
Complicanze di Covid che colpiscono il cervello
Almeno un terzo dei pazienti lamenta sintomi neurologici come mal di testa, problemi cognitivi e vertigini. Non se ne conoscono ancora esattamente i motivi, ma le ipotesi più accreditate ritengono che le cause vadano ricercate nell’infiammazione che segue alla risposta del sistema immunitario e alla mancanza di ossigeno per le difficoltà respiratorie. Le difficoltà cognitive possono nascere anche in seguito al ricovero in una Terapia Intensiva. È un fenomeno già studiato che si chiama Delirio da Terapia Intensiva. I sintomi principali sono allucinazioni e paranoia, che colpiscono soprattutto i pazienti più anziani. In genere queste manifestazioni calano con il passare del tempo, ma altre volte questo non succede.
C’è poi tutto il capitolo dei problemi di carattere psichiatrico, causati da una neurotossicità di questa malattia.
Reni
Alcuni pazienti soffrono anche di insufficienza renale dopo essere stati colpiti dal virus, anche se non è la principale delle complicanze di Covid. Queste persone sviluppano un’insufficienza renale che può avere conseguenze particolarmente serie.
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