Prof. Antonino Di Pietro
Direttore Scientifico di OK Salute
Nella mia lunga attività di medico ho sempre avuto maestri a cui riferirmi ed esempi da seguire per sapere come comportarmi. Ho imparato a riconoscere le malattie e a curarle con una certa sicurezza perché altri colleghi mi hanno trasmesso le loro conoscenze ed esperienze. L’arte medica non si improvvisa, ma è sempre frutto di ricerca, di studi, di terapie convalidate. Poi naturalmente ogni buon medico giorno dopo giorno accresce la sua esperienza e diventa sempre più bravo.
Negli ultimi mesi di «era Covid» tutto questo è venuto meno. Io e tutti gli altri medici ci siamo trovati improvvisamente senza maestri, senza esperienza per formulare diagnosi con certezza, senza cure convalidate da offrire, senza prognosi da avanzare. In questi mesi tutti noi medici abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo momenti unici e nuovi della nostra professione. Abbiamo scoperto e capito l’importanza della comunicazione web, abbiamo creato comunità e gruppi su Facebook e Whatsapp per scambiarci in tempo reale informazioni nuove per affrontare i problemi di questa terribile infezione. Stiamo velocemente scrivendo, ora dopo ora, nuove pagine di storia medica.
Anche il rapporto tra medico e paziente ha subito cambiamenti. In questi mesi ho seguito persone a distanza guardando le loro foto o video sul mio smartphone, ho letto i loro sms pieni di ansie e paure e ho imparato a usare canali web che finora ritenevo giochi da ragazzi, per non abbandonarli e non farli sentire soli con i loro problemi. Ho appreso un linguaggio più stringato, per essere più veloce, ho scoperto gli emoticon per trasmettere quella nota di sana simpatia che dal vivo avrei ottenuto con un sorriso, quel sorriso che tanto fa bene a ogni paziente.
Questa terribile tempesta ci lascerà ferite indelebili, ma ci sta facendo capire l’importanza di sentirci uniti per trovare assieme la strada da seguire.
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