Salute

Visiere protettive contro Covid: come funzionano?

Sempre più spesso si vedono persone che le indossano, soprattutto sul luogo di lavoro. È una buona idea? Proteggono davvero? Per aumentare la loro efficacia bisogna indossarle insieme alle mascherine

Ora che quasi nessuno mette più in dubbio l’utilità della mascherina per diminuire la diffusione del coronavirus, il dibattito si è spostato sulla visiere protettive. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA sostiene che uno scudo trasparente di plastica può aiutare a ridurre il contagio se inserito in un programma di salute pubblica che comprenda anche l’aumento dei test, le App di contatto e tracciatura, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani.

Visiere protettive: spesso usate per i bambini più piccoli 

Già in diverse parti del mondo si usano questi dispositivi. A Singapore, uno dei Paesi che ha meglio gestito l’emergenza, i bambini dell’asilo e i loro insegnanti indosseranno una visiera di plastica per il loro ritorno a scuola a giugno. Lo stesso accadrà agli studenti e agli insegnanti di Filadelfia e a Palo Alto, in California.

Gruppo San Donato

Estetiste e parrucchieri indossano spesso le visiere protettive

In Italia molti medici, come ad esempio i dentisti, ma anche alcuni parrucchieri ed estetiste, indossano una visiera protettiva da quando hanno potuto riaprire le loro attività. Dottori e infermieri già le usavano durante alcuni tipi di interventi chirurgici.

Quali sono i benefici e le differenze con le mascherine?

Le visiere protettive sono facili da pulire e possono essere riutilizzate praticamente per sempre, fino a quando non si rompono. Basta un po’ di alcol o del semplice sapone con acqua calda.

Le mascherine da questo punto di vista sono più complicate. Le chirurgiche vanno usate solo una volte. Disinfettare le altre non sempre è immediato. Bisogna lavarle in lavatrice e spesso vanno anche stirate, per essere sicuri di averle ben igienizzate.

Inoltre le visiere proteggono tutto il viso e non solo naso e bocca. In più impediscono alle persone di toccarsi il viso. Le mascherine possono essere fastidiose e in alcune persone creano irritazioni e prurito, spingendole a toccarsi più volte la faccia. Troppo spesso poi le persone le indossano in modo sbagliato. Si tende a riaggiustarle spesso, toccandosi sempre la faccia. In genere le mascherine proteggono gli altri dall’infezione, mentre le visiere aiutano anche chi le indossa a non essere contagiato.

Le visiere hanno anche il vantaggio di far vedere completamente il volto e di essere di aiuto a chi non sente, grazie alla lettura delle labbra. La respirazione avviene normalmente a differenza di quello che accade con le mascherine, dove c’è il rischio di respirare molta anidride carbonica. Il problema è così immediato, che chi fa attività fisica ad alto impatto non deve indossarle per non rischiare lo svenimento.

Visiere protettive: quali sono i limiti?

Alcuni esperti mettono comunque in guardia anche dai limiti delle visiere protettive. Innanzitutto ci sono pochi studi che dimostrino l’efficacia contro la diffusione del virus. Devono poi essere rimosse quando si mangia o si beve, esattamente come le mascherine. Uno studio del 2014 ha sottolineato come una visiera possa ridurre l’esposizione virale del 96% anche quando una persona tossisce a una distanza di 45 centimetri. Nella maggior parte dei contatti sociali però ci troviamo a una distanza maggiore di questa.

Un altro limite è che le visiere proteggono la parte anteriore del viso, ma non quella posteriore. Se ad esempio qualcuno ci tossisce alle spalle ecco che lo scudo di plastica perde gran parte della sua efficacia.

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