
Troppo stress per Myrta Merlino, come capita alle persone che cercano di vivere una vita piena. «Si arriva a un certo punto in cui non è più la vita a doversi incastrare e adeguare al lavoro, ma il
lavoro a doversi adattare alla vita. Sono stata quotidianamente in diretta per 14 anni. In questi casi hai due possibilità: o lasci che la televisione ti consumi completamente, trasformandoti in una
macchina da diretta, una persona che pensa unicamente alla carriera, o arrivi a un punto in cui molli perché non ce la fai più. Ma puoi anche cercare un equilibrio difficilissimo tra la tensione di entrare nelle case degli italiani tutti i giorni, una vera e propria prestazione agonistica quotidiana, e la necessità di mantenere un minimo di equilibrio psicofisico».
In questo articolo
Myrta Merlino, come ha dovuto comportarsi?
«Nel mio caso devo anche conciliare la vita privata: ho tre figli e un compagno a cui tengo molto. Cerco quindi di ritagliarmi degli spazi vitali, come madre, compagna e donna. Il problema è che questo significa infilare in una giornata il doppio delle cose che normalmente ci starebbero. Ho un’agenda fittissima, tutto è programmato, e basta un piccolo ritardo per mandare all’aria l’intero equilibrio. A un certo punto il mio corpo mi ha mandato segnali inequivocabili, che ho dovuto prima ascoltare e poi affrontare».
A un certo punto quindi il suo corpo le ha detto basta. Quali sono stati questi segnali?
«Qualche anno fa ho iniziato a manifestare disturbi alla gola, che è sempre stato il mio punto
debole. Ho avuto problemi importanti alla tiroide e l’ho rimossa quindici anni fa. Poi ho cominciato
a soffrire di tonsilliti ricorrenti. Dopo un inverno infernale con placche continue e dosi massicce di
antibiotici rigorosamente prescritte dai medici, un otorinolaringoiatra ha deciso che l’unica strada
percorribile era quella di togliermi le tonsille».
Come è andato l’intervento?
«È un’operazione banale, da bambini, ma non la auguro a nessuno da adulti: la convalescenza è
dolorosissima. Lo choc è arrivato, però, dopo un paio di mesi: mi sono tornate le placche senza
avere più le tonsille. A quel punto ero un fenomeno paranormale! È cominciata una via crucis di
dottori e visite: dopo mille esami, uno stomatologo mi ha consigliato di consultare un immunologo e
fortunatamente è stata la svolta. Ho incontrato Francesco Le Foche (responsabile del Day Hospital
di Immunoinfettivologia al Policlinico Umberto I di Roma, ndr), che finalmente ha capito il
problema: il mio corpo mi manda segnali quando supero il limite. Le lesioni che mi “auto-procuro”
con la somatizzazione dello stress sono il mio modo di dire “basta”. Mi ha detto: “Devi ringraziare il
tuo corpo, perché se non ti mandasse questi segnali, potrebbe accaderti qualcosa di peggio”. Le
malattie spesso sono proprio questo: un avviso che ci impone di rallentare. Sembra incredibile
pensare che lo stress mi colpisca alla gola, visto che con la voce ci lavoro. Insomma, il segnale è
chiaro, vuole proprio che mi fermi…».

Quali strategie le ha consigliato il medico?
«Di cercare qualcosa che mi piacesse e che mi obbligasse a pensare solo a me stessa. Così ho
scoperto lo yoga ed è stata una folgorazione. In quello spazio riesco davvero a vedermi da fuori, è
qualcosa di difficile da spiegare, va semplicemente vissuto».
Che benefici ha ricevuto Myrta Merlino dallo yoga?
«La pratica mi dona una grande quiete. Respirare bene e profondamente mi aiuta a parlare
meglio, a riequilibrare i ritmi. Ormai ho imparato tecniche di respirazione che utilizzo anche nei
momenti critici: quando sento che lo stress sta avendo la meglio, mi fermo e utilizzo il diaframma. I
battiti cardiaci rallentano e tutto diventa più chiaro. La meditazione è un altro strumento prezioso:
mi aiuta a prendere le distanze dai problemi. La diretta ti fa sentire immersa in ogni istante, mentre
con lo yoga riesco a fare un passo di lato e a ritrovare me stessa. Mi ha salvata nella misura in cui
mi ha reso una donna diversa. Ho capito il valore del silenzio e della solitudine, cose che prima
non consideravo. Sono cresciuta in una famiglia numerosa, ho tre figli, e ho sempre pensato che il
rumore fosse sinonimo di allegria. Invece ho capito che ho bisogno di momenti di calma. La mia
maestra di yoga mi dice sempre: “Spegni il telefono, il mondo non crollerà”. Ho imparato a farlo, e
ho scoperto la bellezza del rallentamento. Mi accorgo che quando respiro bene, provo una felicità
assoluta. Qualche anno fa non lo avrei mai detto!».
La situazione alla gola si è risolta?
«Diciamo che è migliorata molto, anche se resta il mio tallone d’Achille, ma non c’è paragone
rispetto al passato. Quest’anno ho avuto un solo episodio, quando ero veramente stanca. Solo che
pago ancora le conseguenze delle numerose terapie che ho seguito in passato. Ho spesso
assunto cortisone, per tenere a bada l’infiammazione della gola. Tra i suoi effetti indesiderati,
quando se ne prende troppo com’è successo a me, c’è quello che riduce la densità ossea, con un
maggiore rischio di fratture. Io mi sono rotta un piede e ho un problema al ginocchio. Mi dicevano
che avrei dovuto operarmi, ma poi ho trovato un personal trainer bravissimo che mi ha fatto
lavorare sul potenziamento muscolare. Il paradosso è che ormai yoga e ginnastica non li posso più
lasciare, anche se di natura sono pigra: per me la cosa più bella è starmene sul divano a fare
lentamente colazione la mattina o accucciarmi la sera con un bicchiere di vino in mano e un buon
libro. Invece ho capito che lo sport è imprescindibile se vuoi stare bene».
La aiuterà anche la storia con Marco Tardelli. Si dice che l’amore quando arriva con la maturità sia migliore. È così anche per Myrta Merlino?
«Me lo auguro. Provo ad essere una buona compagna di vita per Marco e lo faccio con molti limiti,
con molte imperfezioni, che ormai ho imparato a perdonarmi. Lui è sfinito dalla mia attività
frenetica e quotidiana su tutti i fronti, però per fortuna mi ama. E poi ci siamo ritagliati degli spazi.
Abbiamo eletto Pantelleria a nostro rifugio dell’anima. Arriviamo lì e i primi dodici giorni come
regola non usciamo di casa».