
Qual è il legame tra marijuana e infarto? Alto, secondo quanto rivelato durante l’ultimo congresso dell’American College of Cardiology. In particolare uno studio del Saint Elizabeth Medical Center di Boston ha analizzato i dati di 12 ricerche svolte su consumatori abituali di cannabis non ancora cinquantenni. I risultati non lasciano spazio a dubbi: fumare erba aumenta il rischio di avere un infarto del 51% rispetto a chi non ne fa uso.
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Molti studi confermano il legame tra marijuana e infarto negli under 50
Uno studio danese dell’Università di Copenhagen ha analizzato i dati di più di 1.800.000 persone che seguivano una terapia a base di cannabis. I risultati sostengono che nei primi sei mesi il rischio di sviluppare aritmie era doppio rispetto a chi non seguiva trattamenti simili.
Un’analisi svolta dell’Heart and Vascular Institute of West Virginia University svolta su più di 400.000 pazienti con scompenso cardiaco, ha dimostrato che i fumatori abituali avevano tre volte le probabilità di morire, due volte di aritmie pericolose e il 70% in più di fibrillazioni atriali.
Anche uno studio dell’Università di Stanford sempre negli Stati Uniti sostiene che il rischio di sviluppare malattie coronariche si impenna del 34%.
Quali sono i motivi?
I motivi potrebbero essere diversi. Il primo riguarda il fatto che la marijuana ha un effetto significativo sul sistema nervoso simpatico, che è responsabile delle risposte del nostro corpo a situazioni stressanti o di emergenza. Avviene in genere una vasocostrizione e un relativo incremento della pressione arteriosa. La cannabis produce anche una maggiore aggregazione delle piastrine e un aumento dello stress ossidativo.
Le altre ipotesi
- Subito dopo aver fumato marijuana, la frequenza cardiaca può aumentare dal 20% al 100%, e questo effetto può durare per diverse ore. Questo sforzo extra può essere pericoloso per chi ha già problemi cardiovascolari, aumentando il rischio di aritmie, infarto o ictus.
- La marijuana può causare ipotensione ortostatica (abbassamento della pressione quando ci si alza in piedi), ma anche aumenti improvvisi della pressione, che stressano cuore e vasi sanguigni.
- Il fumo di marijuana, come quello del tabacco, contiene sostanze tossiche che aumentano l’infiammazione sistemica e lo stress ossidativo.
- Nei pazienti cardiopatici, la marijuana può interferire con i farmaci per il cuore, ad esempio anticoagulanti, beta-bloccanti o statine, riducendone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali.
- Il fumo (sia di marijuana che di tabacco) riduce la quantità di ossigeno trasportata dal sangue, mettendo sotto sforzo il cuore, soprattutto durante l’attività fisica o in soggetti con patologie cardiache preesistenti.