Salute

Controlli urologici: quando e perché è fondamentale farli

Sottoporsi alle visite di controllo permette di diagnosticare precocemente diverse patologie e intervenire tempestivamente, riducendo il rischio di complicanze gravi

La salute dell’apparato urinario e riproduttivo è un aspetto essenziale del benessere generale dell’individuo. Per questo motivo, non bisogna sottovalutare l’importanza dei controlli urologici, soprattutto con l’avanzare dell’età o in presenza di specifici fattori di rischio.

Perché i controlli urologici sono importanti

​I controlli urologici periodici sono fondamentali per monitorare la salute dell’apparato urinario, sia maschile che femminile, e dell’apparato genitale maschile. Queste visite consentono di diagnosticare precocemente, escludere o tenere sotto controllo diverse condizioni, tra cui:

  • Infezioni urinarie: come cistiti, che possono causare disturbi significativi se non trattate tempestivamente. ​
  • Calcolosi urinaria: la formazione di calcoli nelle vie urinarie, che può provocare dolore intenso e complicanze se non gestita adeguatamente. ​
  • Disturbi della minzione: come incontinenza o difficoltà a urinare, che possono influenzare negativamente la qualità della vita. ​
  • Prostatite: un’infiammazione della ghiandola prostatica.
  • Tumori urologici: tra cui quelli che coinvolgono prostata, rene, vescica e testicolo.
  • Iperplasia prostatica benigna (IPB): un ingrossamento non canceroso della prostata che può causare problemi urinari negli uomini.
  • Infertilità: in caso di infertilità di coppia, si stima che nel 50% dei casi la causa sia attribuibile al partner maschile. Visite e analisi specialistiche possono diagnosticare eventuali problemi e proporre soluzioni per aumentare le possibilità di concepimento.

A quali segnali prestare attenzione

È sempre utile prestare attenzione ai sintomi che possono indicare la necessità di un controllo urologico, tra cui:

    • Disturbi urinari: come difficoltà o bruciore durante la minzione, urgenza, frequenza aumentata o diminuita delle minzioni.
    • Presenza di sangue nelle urine (ematuria).
    • Problemi sessuali: disfunzione erettile, riduzione della libido, dolore durante i rapporti sessuali.
    • Dolori al fianco o in sede lombare: che potrebbero essere legati a problemi renali.

Indagine IVI – GFK: solo il 17% degli uomini italiani va dall’urologo ogni anno

IVI, gruppo internazionale specializzato nella riproduzione assistita, ha realizzato uno studio, in collaborazione con GFK, per indagare il comportamento e la percezione degli uomini tra i 30 e i 50 anni sull’infertilità maschile. Dall’indagine IVI-GFK emerge una forte diffidenza degli uomini a parlare dei propri problemi di infertilità: solo il 33,9% del campione dichiara di riuscire a parlare tranquillamente del fatto di essersi sottoposto ad un trattamento di fecondazione assistita, mentre il restante 66% lo fa solo con una ristretta cerchia di persone o preferisce non parlarne.

«Quando si parla di infertilità, lo si fa troppo spesso pensando ad un problema esclusivamente femminile. Invece, bisognerebbe superare queste paure, dettate soprattutto dalla poca conoscenza, e capire che siamo di fronte ad una patologia come tante altre, per la quale esistono cure e rimedi. Mai come in questo caso, controlli e prevenzione svolgono un ruolo fondamentale», commenta Francesco Gebbia, ginecologo e Coordinatore medico Medical Affairs Ivirma Italia.

«Circa il 60% degli uomini intervistati, tra i 30 e i 50 anni, dichiara di non aver mai visitato l’urologo o di esserci andato raramente. Solo il 17,2% lo fa ogni anno. Questo dimostra una realtà che deve essere affrontata attraverso la divulgazione e la consapevolezza, incoraggiando gli uomini ad adottare misure proattive per prendersi cura della propria salute riproduttiva. E questa consapevolezza passa attraverso controlli regolari, proprio come fanno le donne».

Quando fare un controllo urologico?

Come spiega il Dott. Gebbia, «sebbene la frequenza dei controlli urologici raccomandati vari in base all’età, ai fattori di rischio e alla storia familiare, potremmo riassumere i controlli periodici in due gruppi:

  • Dai 18 ai 40 anni non sono strettamente necessari, a meno che non vi siano fattori di rischio come una storia familiare di cancro alla prostata o problemi ai testicoli, anche se è consigliato un controllo ogni 2-3 anni per l’autoesame testicolare e idealmente per effettuare una valutazione della fertilità.
  • Dall’altro lato, gli uomini tra i 40 e i 50 anni, dovrebbero sottoporsi a un controllo urologico almeno ogni 1-2 anni, soprattutto a partire dai 50 anni per valutare il rischio di cancro alla prostata, iperplasia prostatica benigna o disfunzione erettile e altri problemi urinari che possono iniziare a manifestarsi».

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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