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Terapie per il tumore al seno metastatico sempre più mirate

Ci sono nuovi trattamenti che possono essere usati anche per le forme più aggressive

I tumori al seno non sono tutti uguali. Quelli classificati come HR+/HER2- costituiscono circa il 70% di tutte le diagnosi e sono caratterizzati da una maggiore probabilità di sviluppare metastasi in altre parti dell’organismo. Una condizione che viene sviluppata in quasi un caso su tre con diagnosi di tumore mammario in fase iniziale e che soltanto in Italia riguarda quali quarantamila donne.

Nuove terapie per il tumore al seno metastatico

«Oggi per fortuna sono disponibili terapie sempre più innovative e mirate, tra cui farmaci chiamati anticorpi coniugati, che sono capaci di riconoscere le cellule tumorali per poi attaccarle e distruggerle rilasciando al loro interno una sostanza chemioterapica» spiega Michelino De Laurentiis, Direttore Dipartimento Corp-S assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici del Distretto Toracico Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli.

«In Italia si contano ogni anno circa 6-7 mila nuovi casi di tumore metastatico HR+/HER2-, che riguardano pazienti generalmente in buone se non ottime condizioni cliniche, quindi pienamente candidate – salvo eccezioni – a un trattamento con queste linee terapeutiche»

Il ruolo di un antitumorale

Questa innovativa e strategica azione antitumorale contraddistingue anche sacituzumab govitecan, già utilizzato per il tumore al seno denominato “triplo negativo” metastatico e ora anche per le pazienti con tumore metastatico HR+/HER2.

Trattamenti mirati per il tumore al seno triplo negativo, tra i più aggressivi

Anticipare le cure con trattamenti mirati e quindi più efficaci risulta ancora più importante contro il tumore al seno metastatico “triplo negativo”, che presenta un tasso generale di sopravvivenza a cinque anni ancora più basso rispetto ad altre forme di tumore al seno.

L’estensione dell’impiego già nella seconda linea del trattamento con sacituzumab govitecan contro questa forma di tumore rappresenta un’importante opportunità per le donne che ne sono colpite, aprendo nuove prospettive di vita e di qualità della stessa.

Fondamentale intervenire il prima possibile con le nuove terapie contro il tumore al seno metastatico

«I dati scientifici hanno evidenziato che sacituzumab govitecan può essere utilizzato in una fase più precoce della malattia, quando le possibilità di risposta sono maggiori», spiega Lucia Del Mastro, direttore della Clinica di oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e Professore di Oncologia all’Università di Genova.

«Sacituzumab govitecan ha dimostrato di dimezzare il rischio di avere una progressione della malattia così come quello di morte rispetto alla chemioterapia standard. Oggi tutte le pazienti eleggibili possono entrare in terapia con sacituzumab govitecan dopo la prima linea, senza doversi sottoporre a un’ulteriore chemioterapia tradizionale con tutti i suoi indesiderati effetti collaterali».

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