Il legame tra coronavirus e problemi psicologici sta diventando sempre più uno dei problemi più studiati dagli esperti. Psicologici e psichiatri mettono in guardia le autorità politiche dal considerare con più attenzione l’effetto dell’isolamento sociale. Intanto arrivano studi che confermano le loro preoccupazioni. Si moltiplicano i professionisti che anche gratuitamente mettono a disposizione le loro competenze. Naturalmente lo fanno via telefono o via video per cercare di aiutare le persone che si sentono sopraffatte dalla situazione che tutti stiamo vivendo. Un recente studio condotto da un prestigioso team di scienziati internazionale si è proprio occupato della situazione italiana, chiedendo a chi può di agire al più presto. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altri centri di ricerca specializzati in psicologia hanno diramato delle raccomandazioni utili per tenere sotto controllo l’ansia e la frustrazione. Ora una ricerca britannica spiega come i giovani che già vivevano situazioni di ansia stiano ancora peggio.
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Coronavirus e problemi psicologici: l’83% dei giovani dice di stare peggio
Otto giovani su dieci con una storia di problemi psicologici hanno visto le loro condizioni peggiorare da quando è iniziata la pandemia di coronavirus.
La notizia arriva dalla Gran Bretagna, dove i ricercatori di YoungMinds hanno analizzato i dati di 2.111 persone sotto i 25 anni che hanno avuto una storia di problemi psicologici. I risultati non sembrano lasciare spazi a dubbi:
- L’83% di loro ha raccontato di sentire che la loro condizione stia peggiorando.
- Il 32% di loro ha definito molto peggiorata la situazione,
- il 51% ha detto che è un po’ peggiorata.
Il sondaggio è stato condotto tra il 20 e il 25 marzo. Erano i giorni in cui anche la Gran Bretagna ha messo in atto diverse limitazioni per cercare di fermare il contagio chiudendo le scuole e mettendo in atto il lockdown, cioè la chiusura di pub e ristoranti. Tra i partecipanti allo studio che hanno avuto accesso a supporto di tipo psicologico, il 74% di loro ha detto che stavano ancora ricevendo supporto, mentre il 26% ha spiegato di non riuscire più ad accedere al supporto psicologico.
In molti non riescono ad avere supporto o si trovano a disagio a parlare al telefono o via video
Tra coloro che non riuscivano più ad avere supporto psicologico, alcuni hanno spiegato che questo è successo proprio a causa della chiusura di scuole e università, che nel Regno Unito mettono a disposizione servizi psicologici. Ad altri, a cui è stato proposto un supporto da remoto via video, erano preoccupati per alcuni aspetti come il rispetto della privacy o l’accesso alla tecnologia o non sentirsi a proprio agio parlando dei propri problemi con il telefono o attraverso un video.
L’aspetto che più ha influito è quello relativo alla perdita delle proprie abitudine e l’isolamento sociale.
Coronavirus e problemi psicologici: silenziate i profili social che vi danno ansia
Gli autori della ricerca hanno spiegato che nonostante i ragazzi capiscano i motivi che stanno dietro alla decisione di procedere con il lockdown, alcune attività che svolgevano prima dello scoppio della pandemia erano estremamente utili per riuscire a far fronte ai loro problemi.
Utilizzare i social media per restare in contatto con la propria famiglia e gli amici può essere utili. Bisogna però stare molto attenti e l’accesso dovrebbe essere controllato. Com’è noto i social network possono portare ad ansia crescente per la presenza di un numero considerevole di notizie non controllate. È consigliato silenziare tutti quei profili che pubblicano notizie o video che li facciano stare peggio.
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