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Orecchio assoluto: si può sviluppare o è una dote innata?

Questa capacità permette a chi la possiede di identificare qualsiasi nota senza aver bisogno di alcun riferimento esterno

Al Festival di Sanremo 2025 è stato ospite durante la seconda serata Alessandro Gervasi, che a soli sei anni ha suonato il pianoforte sul palco dell’Ariston. Il giovanissimo pianista interpreta Peppino di Capri da bambino nel film “Champagne”, dedicato alla vita del cantautore, in uscita nel mese di marzo. Inoltre, possiede una dote nota come orecchio assoluto. Questa abilità, spesso citata in ambito musicale, è stata attribuita a musicisti del calibro di Mozart e Beethoven, nonché ad alcuni cantanti di fama internazionale. Scopriamo di cosa si tratta.

Orecchio assoluto: cos’è?

Avere l’orecchio assoluto significa riuscire a identificare rapidamente e con precisione la nota corrispondente a un suono, senza fare riferimento ad altre note. Chi lo possiede potrebbe essere in grado di riconoscere anche altri suoni quotidiani, come il clacson di un’auto o il suono di una campana, e associarli a note musicali.

Gruppo San Donato

La differenza tra orecchio assoluto e relativo

A differenza dell’orecchio assoluto, l’orecchio relativo descrive la capacità di riconoscere le relazioni tra due o più note. Una persona con orecchio relativo riesce quindi a determinare l’intervallo, cioè la distanza in altezza, tra le note.

Orecchio assoluto: può essere appreso o è una capacità innata?

La questione sull’origine dell’orecchio assoluto è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi e non esiste una risposta definitiva su cosa ne determini lo sviluppo. Alcune ricerche scientifiche suggeriscono che alla base dell’orecchio assoluto ci sia una componente genetica significativa. Tuttavia la sua genesi è complessa e difficile da determinare con certezza, data anche la possibile interazione tra fattori genetici e ambientali.

La teoria del “periodo critico” e l’influenza delle lingue tonali

Esiste una teoria secondo cui l’orecchio assoluto potrebbe essere appreso entro un certo “periodo critico” dell’infanzia durante il quale si è maggiormente propensi a svilupparlo, soprattutto se esposti a determinate influenze ambientali fin da piccoli.

Diana Deutsch, psicologa e professoressa emerita di psicologia presso l’Università della California a San Diego, ha condotto alcune ricerche su persone la cui lingua madre è tonale, come il mandarino e il vietnamita, le quali avrebbero maggiori probabilità di avere l’orecchio assoluto.

«In queste lingue, le parole assumono significati completamente diversi a seconda dei toni lessicali in cui vengono pronunciate. Se dici la parola “ma” in mandarino con un tono, ad esempio, significa “madre”, ma con un altro tono può significare “cavallo”», ha spiegato Deutsch a Live Science. «Pertanto, quando i bambini acquisiscono il linguaggio, iniziano ad associare il significato di una parola al tono in cui viene pronunciata. Se in seguito decidono di prendere lezioni di musica, questo stesso principio può essere applicato all’acquisizione dei toni musicali».

Possibilità di apprendimento in età adulta

Alcuni studi suggeriscono invece che l’orecchio assoluto potrebbe essere appreso anche in età adulta. Un recente studio dell’Università di Surrey ha coinvolto 12 musicisti adulti, sottoponendoli a un programma di formazione online di otto settimane. Al termine di questo allenamento mirato, «i partecipanti hanno fatto notevoli progressi, imparando a identificare una media di sette toni musicali con una precisione del 90% o superiore. In particolare, due partecipanti hanno ottenuto prestazioni rapide e precise con tutti e dodici i toni, paragonabili a quelle di chi possiede naturalmente questa abilità».

Orecchio assoluto: un’abilità non essenziale per fare musica

È importante notare che, benché l’orecchio assoluto sia una qualità interessante e poco comune, non è una caratteristica indispensabile per fare musica. Numerosi musicisti di grande talento non hanno infatti l’orecchio assoluto, ma ciò non pregiudica loro la possibilità di avere una carriera musicale di successo.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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