L’epidemia è ormai diffusa in ogni continente a eccezione dell’Antartide. I paesi colpiti sono 105 su un totale di 180. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di dichiarare la pandemia. Da questo momento potrà emanare direttive e inviare squadre di esperti nei Paesi più esposti, come del resto ha già fatto in Italia, in Cina e in Iran.
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Cosa cambia con la pandemia
Ci sono due modi per affrontare una pandemia:
- prendere misure di contenimento, isolando gli infetti a mano a mano che vengono individuati e mettendo in quarantena chi ha avuto contatti con loro, come ha fatto la Cina e sta facendo l’Italia nella zona rossa;
- adottare misura di mitigazione, con la chiusura delle scuole e la sospensione di eventi di qualsiasi tipo. Anche in questo caso i provvedimenti che hanno già preso Cina e Italia.
Generalmente i piani nazionali per affrontare una pandemia utilizzano la secondo risposta e cioè adottano misure di mitigazione. Una volta che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovesse decidere per la pandemia, bisognerebbe anche iniziare misure di contenimento.
La preoccupazione principale è quella di poter scatenare il panico in tutta la popolazione mondiale.
Storia delle pandemie
Nel Novecento ci sono state tre pandemie influenzali:
- nel 1918 l’influenza spagnola,
- l’Asiatica nel 1957,
- nel 1968 l’influenza di Hong Kong.
L’influenza suina
L’Organizzazione Mondiale della Sanità usò il termine pandemia l’ultima volta nel 2009, per un’epidemia causata dal virus influenzale A H1N1. Per tutti si chiamava influenza suina. L’allarme fu enorme, fino a quando non si capì che i tassi di mortalità erano inferiori a quelli dell’influenza stagionale. In Italia i casi di contagio superarono comunque il milione e mezzo di persone.
Fu proprio questo caso a mettere in discussione le decisioni dell’Oms in materia di definizione di pandemia. In pratica un grande caos, senza che l’influenza fosse davvero così grave.
I casi di Covid-19 continuano ad aumentare nel mondo e da più parti ormai si parla di pandemia. Ecco le principali differenze tra endemia, epidemia e pandemia.
Endemia
Si parla di endemia, quando una malattia è sempre presente o comunque molto spesso nella popolazione residente in una determinata area geografica, con un numero di casi più o meno elevato, ma tendenzialmente abbastanza costante. Ad esempio la malaria è endemica di alcuni Paesi tropicali.
Epidemia
Si usa il termine epidemia invece nel caso in cui una malattia colpisce le persone in modo maggiore di quanto atteso in una determinata area geografica e in un determinato periodo di tempo. L’epidemia ha a che fare con la diffusione della malattia e non con il numero o la gravità dei casi. Se ad esempio una malattia generalmente colpisce 50 persone, se ne interessa 100, si può parlare di epidemia.
Pandemia
Il problema vero è che non esiste una definizione univoca e scientifica di pandemia. Nel significato comune del termine, si può parlare di pandemia quando la diffusione di un malattia colpisce molti Paesi del mondo. L’esempio tipico è la pandemia di influenza spagnola, tra il 1918 e il 1920, che uccise decine di milioni di persone in tutto il mondo.
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