Salute

Coronavirus: le fake news più diffuse in Rete e sui cellulari

Dopo le autorità sanitarie nazionali, anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità scende in campo contro le bufale sul virus cinese

Insieme alla pandemia, c’è anche l’infodemia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla apertamente per la prima volta delle molte notizie false che circolano intorno al coronavirus che si sta diffondendo dalla Cina. Insomma sono tante le fake news sull’infezione Covid-19.

Con il Coronavirus si sta diffondendo l’infodemia

L’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della salute ha parlato di infodemia. La parola indica l’eccesso di informazioni, spesso scientificamente false o comunque non verificate, che si stanno diffondendo soprattutto attraverso la Rete e i cellulari. L’infodemia rende ancora più difficile trovare fonti affidabili da consultare. Insomma è complicato per le persone capire cosa sia vero e cosa sia falso. Ecco, dunque, le fake news più diffuse sul coronavirus.

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Il coronavirus nasce come guerra batteriologica

Da più parti si leggono post e articoli che sostengono che la pandemia di coronavirus sia in realtà una guerra batteriologica. Tutto ha avuto inizio da un articolo pubblicato dal Washington Times, giornale legato al movimento religioso della Chiesa dell’Unificazione nato in Corea del Sud nel 1954, che non dev’essere assolutamente confuso con il prestigioso Washington Post. Il giornale ha riportato alcune dichiarazioni, tra l’altro smentite, di Dany Shoham, presunto ex ufficiale dei servizi segreti israeliani, in cui si faceva riferimento a un progetto cinese di sviluppo di armi chimiche. La presenza a Wuhan, città da cui è partita la pandemia, di un istituto di ricerca nato in seguito alla diffusione del Sars ha fatto il resto. Lo stesso Dany Shoham ha poi spiegato che non esiste alcuna prova della fuga del virus.

È colpa di Bill Gates che vuole lucrare su un vaccino

Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha parlato il 27 aprile 2018 di possibili pandemie che avrebbero potuto colpire il pianeta, sostenendo che ci si doveva preparare con esercitazioni e simulazioni per meglio comprendere le dinamiche di diffusione di virus. Questo è bastato per sostenere che Bill Gates, in combutta con l’industria farmaceutica, sia tra i responsabili. È ovviamente falso. Anzi, il boss di Microsoft ha donato 10 milioni di euro per sostenere la ricerca di un vaccino e sta finanziando un progetto per distribuire dei kit per testare la positività al virus nella città di Seattle.

Il coronavirus colpisce quasi sempre gli anziani

Il coronavirus, come tutti i virus, può colpire a qualsiasi età. È però vero che le persone anziane o coloro che soffrono di malattie croniche, come le patologie cardiovascolari, il diabete e l’asma, o comunque chi ha il sistema immunitario compromesso, ha un rischio più alto di ammalarsi gravemente. È per questo motivo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità consigliano a tutti di mettere in atto le misure idonee a proteggersi dal coronavirus. Coronavirus: ecco perché donne e bambini sono più protetti.

Gli antibiotici curano il virus

Come per tutti i virus gli antibiotici sono inutili e dannosi. Inutili perché, com’è noto, combattono solo le infezioni causate dai batteri; dannosi perché l’uso indiscriminato degli antibiotici può far aumentare il diffondersi di un’altra seria minaccia alla salute umana come l’antibiotico resistenza. Nel caso di complicanze, invece, i pazienti ricoverati in ospedale per il coronavirus potrebbero dover assumere degli antibiotici sotto stretto controllo medico per combattere eventuali infezioni batteriche che possono sopraggiungere.

Lettere e pacchi in arrivo dalla Cina sono infetti

Una delle fake news sul coronavirus riguarda lettere e pacchi in arrivo dalla Cina, che potrebbero essere infetti e quindi trasmetterci il virus. In realtà gli esperti hanno confermato che ricevere una lettera o un pacco dalla Cina è sicuro. I coronavirus non sopravvivono a lungo sugli oggetti.

Cani e gatti sono contagiosi

Non si sono registrati al momento casi di coronavirus sugli animali da compagnia (approfondisci qui questo argomento). Resta una buona norma igienica lavarsi sempre bene le mani dopo aver toccato cani e gatti, per proteggersi da batteri comuni. Ecco le regole per l’igiene degli animali domestici in tempi di coronavirus. Per quanto riguarda il cane, al rientro dalla passeggiata bisogna lavargli le zampine con acqua e sapone, analogamente a quanto si fa con le mani. Meglio evitare, poi, che l’amico peloso salga sulle superfici con le quali si entra in contatto, come letti e divani.

Il vaccino contro la polmonite previene il coronavirus

Il vaccino contro la polmonite è efficace contro la polmonite causata da altri virus e non dal coronavirus. Il virus è nuovo e diverso e ha quindi bisogno del suo vaccino, che è ora in fase di studio.

L’ibuprofene peggiora la malattia

Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia secondo cui assumere medicinali antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene, possano aggravare il quadro clinico nel caso in cui si contraesse il virus. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), però, ha precisato che a oggi non sussistono evidenze scientifiche in grado di dimostrare il ruolo di questi farmaci sull’infezione da Coronavirus. Tuttavia l’Agenzia continua a monitorare la situazione e a valutare tutte le informazioni disponibili man mano. Leggi il nostro articolo: «Coronavirus: non ci sono prove che l’ibuprofene peggiori la malattia».

I farmaci contro l’ipertensione peggiorano la malattia

Parallelamente alla notizia dell’ibuprofene se n’è diffusa un’altra riguardante i farmaci antipertensivi che, secondo alcuni, aggraverebbero l’infezione Covid-19 una volta contratto il virus. Nel dibattito sono intervenute l’AIFA, diverse Società scientifiche e aziende farmaceutiche che hanno smentito la notizia. A oggi, infatti, non esistono evidenze scientifiche sul presunto effetto degli ACE inibitori e dei sartani sulla trasmissione e sull’evoluzione della malattia da Coronavirus. Si tratta solo di ipotesi verificate con studi in vitro (ossia su cellule).  Leggi il nostro articolo: «Coronavirus: i farmaci contro l’ipertensione peggiorano il decorso dell’infezione?».

Pane, frutta e verdura possono essere contaminati e trasmettere il virus

In questi giorni circola la notizia secondo cui gli alimenti “freschi”, come la frutta, la verdura e il pane, possano essere contaminati e dunque trasmettere, attraverso le mani, il coronavirus. L’Istituto Superiore di Sanità precisa che a oggi non vi sono informazioni attendibili sulla sopravvivenza del virus sulle superfici e che è molto improbabile che questi prodotti fungano da veicolo dell’infezione. Al supermercato è buona norma utilizzare dei guanti usa e getta per manipolare gli alimenti; a casa, invece, prima di toccare frutta, verdura e pane bisogna lavarsi accuratamente le mani.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa

Se la suola delle scarpe si posa su secrezioni respiratorie, come il catarro, espulse da qualcuno è possibile che il virus sia presente sotto alla scarpa e possa essere portato in casa. Tuttavia, come precisa l’ISS, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo con le mani, quindi il rischio è trascurabile. Per aggirare il problema, soprattutto in presenza di bambini, si devono adottare alcuni accorgimenti. Bisogna togliersi le scarpe all’ingresso di casa e, quando necessario, pulire i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita).

Il virus sopravvive su vestiti e capelli

Se ci si reca ancora al lavoro, al rientro bisogna immediatamente lavare i vestiti che si aveva indosso e i capelli? Il virus sopravvive su tessuti e peli? Come sostiene l’Istituto Superiore di Sanità è poco plausibile che gli abiti o i capelli siano contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, quando si torna a casa, bisogna evitare di appoggiare i vestiti su letto, divano, tavolo ma tenerli separati da tutto il resto.

Mangiare aglio aiuta a prevenire l’infezione 

L’aglio è un alimento con alcune proprietà antimicrobiche ma, come precisa il Ministero della Salute, non ci sono prove scientifiche che dimostrino l’azione preventiva nei confronti del coronavirus.

La vitamina C previene il contagio

Nei giorni scorsi ha iniziato a circolare su WhastApp un audio registrato da una presunta dottoressa, la quale suggeriva di assumere integratori a base di vitamina C per prevenire l’infezione Covid-19. Sebbene questa sostanza sia importante per potenziare le difese immunitarie e contrastare i radicali liberi, la notizia è del tutto priva di fondamento. Come ricorda il Ministero, infatti, non ci sono evidenze scientifiche che provino un’azione della vitamina C sul virus.

I lavaggi nasali prevengono l’infezione 

Qualcuno sostiene che il risciacquo giornaliero del naso con soluzioni saline protegga le persone dall’infezione Covid-19. Sebbene questa sia una buona pratica, che può tornare utile anche in caso di raffreddamento, non c’è alcuna evidenza scientifica che dimostri l’efficacia preventiva nei confronti del coronavirus.

Le zanzare possono trasmettere il virus

In questo caso le zanzare non sono veicolo di infezione. Il SARS-CoV-2 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline generate quando una persona infetta tossisce o starnutisce, o attraverso goccioline di saliva (droplet) o secrezioni dal naso.

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