Lo scorso mese di dicembre è stato identificato un nuovo virus, che sta causando una grave malattia polmonare in Cina e che ora sta colpendo persone che risiedono in altri Paesi. Il primo focolaio del Coronavirus cinese è apparso nella città cinese di Wuhan. I casi sono già migliaia e gli esperti prevedono che il numero continuerà ad aumentare. Come succede ogni volta che viene scoperto un nuovo virus, scatta l’allerta in tutto il mondo. Naturalmente ci si chiede quali siano i pericoli qui in Italia.
In questo articolo
Cos’è il coronavirus?
In realtà è il nome di un’ampia famiglia di virus. Solo sei – con il nuovo virus sette – riescono a infettare le persone.
Anche la Sars, la sindrome respiratoria acuta grave, è causata da un coronavirus e ha ucciso 774 delle 8.098 persone infettate in un focolaio iniziato in Cina nel 2002.
Come si trasmette?
Il coronavirus cinese si trasmette come una normale influenza. Il periodo di incubazione, che è il periodo di tempo che passa da quando si viene contagiati a quando si manifestano i sintomi, è in media di 10-14 giorni. Diversi esperti sostengono che si sia contagiosi già durante il periodo di incubazione, quindi prima di sviluppare i sintomi. Questa condizione rende più facile il contagio, perché molte persone potrebbero non sapere di essere infette e non prendono precauzioni.
La Sars ed Ebola sono contagiose solo quando compaiono i sintomi. Tali focolai sono relativamente facili da fermare: è sufficiente identificare e isolare le persone malate e monitorare le persone con cui sono entrati in contatto.
Quanto sono gravi i sintomi del coronavirus cinese?
I sintomi all’inizio sembrano molto simili a quelli dell’influenza tradizionale, come
- febbre,
- tosse secca,
- malessere generale.
Con l’andare del tempo provoca respiro corto con infezione polmonare, tanto che alcuni pazienti necessitano di cure ospedaliere. Si ritiene che circa un caso su quattro sia grave.
Quanto è mortale?
Le cifre non sono affidabili, secondo gli esperti. Le autorità cinesi parlano di un tasso di mortalità vicino al 3 per cento, la stessa percentuale dell’influenza tradizionale. Al momento le persone che hanno perso la vita erano già in situazioni di salute precarie.
Da dove viene il coronavirus cinese?
Molto spesso gli scienziati identificano nuovi virus. Si trovano in specie animali. Qui passano inosservati, finché per una mutazione non passano negli esseri umani. La Sars ad esempio iniziò con i pipistrelli e poi infettò uno zibetto, che a sua volta la trasmise agli umani. La sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers), che ha ucciso 858 delle 2.494 persone che si sono ammalate dal 2012, arriva invece dai dromedari. In questo caso si era parlato di nuovo di pipistrelli e serpenti, che avrebbero trasmesso il virus dopo essere stati mangiati. Il primo caso documentato risalente al primo dicembre, però, non aveva alcun legame con il mercato degli animali, dove si pensava fosse avvenuta la trasmissione.
Perché queste epidemie partono spesso dalla Cina?
Tutti gli esperti convergono sul fatto che sia dovuto alle dimensioni e alla densità della popolazione, ma soprattutto al fatto che le persone vivono a stretto contatto con gli animali che ospitano virus.
A che velocità si diffonde tra le persone?
Gli scienziati hanno rivelato che ogni persona infetta trasmette il virus a 1,4-2,5 persone. Questa cifra è chiamata il numero di riproduzione base del virus e quando è più alto di 1 significa che è autosufficiente. Quindi non è un virus che si esaurirà da solo e scomparirà.
Il coronavirus potrebbe mutare?
La risposta è sì. La National Health Commission cinese ha avvertito che la capacità di trasmissione del coronavirus si sta rafforzando, ma non erano chiari sui rischi posti dalle mutazioni del virus.
Come può essere fermato il coronavirus cinese?
In attesa di un vaccino, l’unica opzione è quella di impedire alle persone che sono state infettate di diffondere il virus ad altri.
Le raccomandazioni degli esperti sono:
- Limitare il movimento delle persone
- Incoraggiare il lavaggio delle mani
- Trattare i pazienti in isolamento con operatori sanitari che indossano indumenti protettivi
- Sarà inoltre necessaria un’enorme impresa di lavoro investigativo per identificare le persone con cui i pazienti sono entrati in contatto per vedere se hanno il virus.
Quanto sono preoccupati gli esperti?
Finché non avremo maggiori informazioni sul coronavirus cinese, è davvero difficile sapere quanto gli esperti siano preoccupati. Naturalmente la scoperta di un nuovo virus in grado di colpire gli essere umani è sempre una notizia preoccupante.
Coronavirus cinese: ci sono terapie ad hoc?
No, non ci sono farmaci ad hoc per il coronavirus cinese. I farmaci che vengono impiegati sono gli antipiretici e agli antidolorifici, gli stessi che si usano per alleviare i sintomi della normale influenza. I medici cinesi stanno sperimentando un cocktail di farmaci per verificare se funzionano. Si tratta di farmaci antivirali. Il loro limite è che devono essere presi entro 48 ore dal contagio, ma in assenza di sintomi è davvero difficile capire quando assumerli. Una combinazione di due farmaci – lopinavir e ritonavir – ha avuto successo nell’epidemia di Sars e sono in fase di test in Cina per capire se possono funzionare anche con il nuovo coronavirus. Alcuni pazienti comunque stanno rispondendo bene alle cure e stanno guarendo in pochi giorni.
Quanto ci vorrà per un vaccino?
Molti scienziati sono al lavoro per sviluppare un vaccino efficace. Secondo i più ottimisti ci vorrà qualche mese. I più prudenti come il virologo Anthony Fauci sostengono che occorrerà un anno prima che un vaccino sia ritenuto efficace e sicuro per la salute umana.
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