Secondo un recente studio inglese, tra le fobie che attanagliano le persone, addirittura togliendo loro il sonno, la glossofobia è la terza più comune. «Si tratta della paura di parlare in pubblico che, stando alle stime, colpisce una persona su quattro» conferma Massimiliano Cavallo, uno dei maggiori esperti italiani di public speaking e autore del libro Parlare in Pubblico Senza Paura (Anteprima Edizione).
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Colpisce chiunque
«Questa è una paura piuttosto “democratica” che può interessare chiunque, dallo studente che deve discutere la tesi al manager che organizza una riunione di lavoro, dal medico che deve intervenire in un congresso all’avvocato che deve parlare in un’aula di tribunale. Si dice – pensate – che anche uomini del calibro di Warren Buffet, economista, e Richard Branson, fondatore di Virgin, abbiano avuto familiarità con questo problema».
Come si manifesta la paura di parlare in pubblico?
Questa fobia provoca una sintomatologia simile a quella caratteristica dell’attacco di panico. «La glossofobia si manifesta con battito cardiaco accelerato, sudorazione eccessiva avvertita soprattutto sul viso e sulle mani, crampi addominali, giramenti di testa, nausea e, nei casi più estremi, anche svenimento» continua Cavallo. «Purtroppo questi disturbi, che sono lo specchio della tensione emotiva del momento, possono far perdere il filo del discorso e agitare ulteriormente, fino a far “troncare” il discorso prima che sia concluso».
Diffidate dei consigli di chi non ha conoscenze in materia
Imparare a gestire questa paura è possibile, basta non seguire strategie “home-made”, basate su luoghi comuni e consigli strampalati di chi non ha conoscenze in merito. «Qualcuno suggerisce di immaginare il pubblico nudo o con il naso da clown, di imparare il discorso a memoria o di esercitarsi col proprio cane, cercando di catturare la sua attenzione. Si tratta di escamotage inutili, che non aiutano a superare la fobia e non fanno altro che distrarre dal discorso» ammonisce l’esperto. «Al contrario bisogna trovare un metodo che permetta di acquisire sicurezza quando si parla di fronte a una platea, piccola o grande che sia, riuscendo a trasformare l’ansia in eccitazione, adrenalina e voglia di fare bene».
Il pubblico non percepisce la mia ansia
«Innanzitutto va detto che le persone si preoccupano troppo: mentre si parla di fronte a un pubblico, infatti, si avvertono il rossore sul viso, le mani sudate, la voce tremula. Insomma, quando si sta davanti a una platea si percepisce il 100% di stress ma in realtà agli interlocutori arriva solo un 20% di tensione, quindi tali disturbi – la sudorazione, l’agitazione – non vengono quasi neanche riconosciuti» rassicura Cavallo. «In seconda battuta il parlante sa cosa sta per dire, mentre il pubblico ne è all’oscuro: quindi questo fattore fornisce una sorta di “vantaggio” sulla platea, che non sa cosa aspettarsi».
I consigli per gestire questa paura
«Sicuramente si possono adottare delle misure in grado di aiutare una persona ad affrontare la sua paura e, quindi, anche un discorso pubblico» conferma l’esperto di public speaking. «Il primo consiglio, che può sembrare banale ma in realtà è il più disatteso, è quello di provare l’orazione più volte a voce alta, senza impararla a memoria: se si usano le slide, bisogna scrivere poco testo; se si parla a braccio, meglio schematizzare l’intervento in poche parole e appunti». Anche il luogo nel quale avverrà il discorso assume importanza: bisogna prendere familiarità con l’ambiente, magari visitandolo prima del fatidico giorno. Durante il discorso non bisogna fissare le slide, il pavimento o il soffitto ma è sempre meglio guardare negli occhi le persone che si ha davanti, spostando lo sguardo sull’intera platea. Infine, bisogna mantenere una postura fiera per trasmettere sicurezza e alzare il volume della voce rispetto al solito per far sì che il cervello trasmetta fiducia e calma».
Ci sono dei corsi per chi deve parlare in pubblico
Certo, i consigli sono una cosa, la pratica è un’altra. Per chi, ad esempio per motivi lavorativi, deve parlare in pubblico con frequenza e non può permettersi di affrontare ogni discorso con l’ansia, esistono dei corsi di public speaking. «Il mio è basato principalmente sull’esercitazione, che è l’unica strategia vincente per poter gestire la glossofobia. Le lezioni apprese coi tutorial online o sui libri non consentono, infatti, di mettersi in gioco “sul campo”. Un corso di questo tipo dura due giorni, è aperto a tutti e può contenere fino a 15 partecipanti, in modo da consentire anche confronti individuali e personalizzati» conclude Cavallo.
Chiara Caretoni
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