Può capitare a chiunque, durante l’anno, di dover fare la spola tra il letto e la toilette, in preda ad attacchi di diarrea acuta, non legata a patologie o condizioni sottostanti. Di solito questo disturbo si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno, senza nemmeno intraprendere alcuna terapia. A volte invece serve una vera e propria cura: potrebbe trattarsi di una diarrea da infezione alimentare.
In questo articolo
Come mai viene la diarrea acuta?
«La diarrea viene definita acuta quando dura meno di due settimane, si presenta improvvisamente e in modo rapido e tende a scemare nel giro di pochi giorni» precisa Spessot. «Nella maggior parte dei casi l’espulsione episodica di feci liquide o semiformate indica la presenza di un’infezione intestinale, anche detta gastroenterite, causata a sua volta da virus, batteri e parassiti nemici dell’organismo» precisa Marzia Spessot, responsabile del Programma di Medicina di Urgenza del Pronto Soccorso dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
«Questo disturbo, infatti, sopraggiunge soprattutto quando si ingeriscono alimenti contaminati da microorganismi o si contrae, specialmente in alcuni periodi dell’anno, l’influenza intestinale virale. Tuttavia può comparire anche all’interno di un quadro ansioso o in seguito all’assunzione di particolari farmaci». La visita dallo specialista è la prima cura per la diarrea.
La diarrea da infezione alimentare
«Le tossinfezioni alimentari, che interessano casi isolati o al massimo una ristretta cerchia di persone, sono causate dal consumo di alimenti contaminati dai batteri e dalle loro tossine, da virus e molto raramente, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, da parassiti. I sintomi possono comparire a distanza di poche ore fino a un paio di giorni dopo l’assunzione del cibo o della bevanda infettati» continua Spessot. È molto importante avere una diagnosi precisa per la cura della diarrea da infezione alimentare. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, a scatenare frequentemente un’infezione acuta a carico dell’apparato gastrointestinale sono:
Batteri:
- Campylobacter. L’infezione avviene attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta, per esempio il pollo, latte crudo non pastorizzato e acqua non depurata.
- Salmonella. Si trasmette attraverso la carne cruda o poco cotta, le uova crude e il latte non pastorizzato.
- Listeria. Il batterio che causa la listeriosi si trova in carni poco cotte e verdure crude non adeguatamente lavate, latticini preparati con latte non pastorizzato. Cosa fare in presenza di listeriosi.
- Escherichia coli. L’infezione si verifica dopo aver mangiato carne poco cotta, verdure crude e germogli, latte crudo non pastorizzato.
Tossine:
- Clostridium botulinum. Questo batterio, che rilascia la tossina botulinica, nella maggior parte dei casi è presente nelle conserve domestiche preparate impropriamente. Ecco come evitare la formazione di botulino durante questa pratica.
- Stafilococco aureo. Può contaminare prodotti a base di uova, latticini, insaccati, creme e gelati.
Virus:
- Norovirus. Questo virus contamina soprattutto i crostacei crudi, soprattutto le ostriche, e i frutti di bosco congelati.
La diarrea da influenza intestinale
«Per influenza intestinale si intende un’infezione virale a carico dell’apparato gastrointestinale. Al contrario di quella che insorge a causa di tossinfezioni alimentari, la diarrea da influenza si riconosce dal carattere epidemiologico: colpisce, cioè, più persone nello stesso periodo di tempo, spesso all’interno dei medesimi ambienti chiusi» continua la dottoressa.
La diarrea da farmaci
La diarrea, a volte, può insorgere dopo aver assunto alcuni farmaci, come ad esempio gli antibiotici, i chemioterapici, gli antinfiammatori non steroidei (FANS), gli antiacidi ricchi in magnesio, gli antidepressivi, le statine.
Oltre alla diarrea ci sono altri sintomi?
«Spesso, soprattutto in presenza di una tossinfezione alimentare o un’infezione virale, oltre alla diarrea possono comparire anche crampi addominali, nausea e vomito, febbre, perdita di appetito e mal di testa» interviene la dottoressa Spessot.
Qual è la cura per la diarrea?
In questi casi la sintomatologia, e quindi anche la diarrea, si risolve da sola nel giro di un paio di giorni, senza necessità di cure particolari. «In generale, però, in presenza di febbre si può ricorrere a un farmaco a base di paracetamolo mentre se c’è il vomito, e questo non dà tregua, si può assumere un medicinale antiemetico e gastroprocinetico per inibirne il riflesso. Se le scariche di diarrea sono frequenti nell’arco della giornata e sono accompagnate da fitte dolorose alla pancia si possono prendere degli antidiarroici, anche se spesso il problema si risolve prima senza doverne fare uso. In alcuni casi, come nelle tossinfezioni alimentari, sarebbe meglio però che il disturbo faccia il suo corso per poter espellere gli agenti patogeni.
Gli antibiotici solo se nella cura per la diarrea sono previsti dal medico
Gli antibiotici non devono neanche essere presi in considerazione. Non funzionano se la diarrea è scatenata da un’infezione virale. Potrebbero causare a loro volta spiacevoli effetti collaterali e, in questo modo, incrementano il fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Solo in caso di diarrea grave, sostenuta da un’infezione batterica, il medico può prescrivere una terapia antibiotica. Infine fermenti lattici e probiotici possono essere validi alleati nel ripristino della flora batterica alterata dall’infezione» spiega Spessot.
L’idratazione è la miglior cura per la diarrea
Una delle conseguenze più insidiose della diarrea è la disidratazione, che può manifestarsi con una serie di campanelli d’allarme: secchezza delle fauci e della cute, sete, crampi muscolari, debolezza diffusa, tachicardia, vertigini, occhi infossati. «Per prevenire questa condizione, che può avere serie ripercussioni sull’organismo, si devono reintrodurre i liquidi persi con l’evacuazione frequente. Via libera, quindi, ad acqua, tè, camomilla, tisane, brodi e minestre. Per contrastare la perdita di sali minerali si possono assumere anche soluzioni reidratanti sotto forma di granuli da sciogliere in acqua.
Cosa mangiare e cosa evitare nella cura per la diarrea
«Durante gli attacchi di diarrea bisogna evitare di assumere caffeina, latte e latticini, alcolici, cibi piccanti, speziati e ricchi in grassi e bibite gassate con dolcificanti perché potrebbero aggravare i disturbi e irritare ulteriormente la mucosa intestinale» suggerisce la dottoressa. «Tra i cibi da prediligere ci sono invece il pane, i crackers, le fette biscottate, le patate lesse, il riso e la banana».
Quando rivolgersi al medico per avere una cura per la diarrea
Di solito la diarrea non è motivo di preoccupazione ma ci sono casi in cui è necessario consultare il proprio medico? «Sì, sicuramente quando la febbre è molto alta, il vomito è persistente e non consente l’assunzione di liquidi, le scariche di diarrea si protraggono per diversi giorni, iniziano a manifestarsi i segni della disidratazione, compaiono fastidi muscolari intensi e quadri neurologici associati come confusione mentale, perdita di equilibrio e vertigini» fa presente l’esperta dell’Ospedale San Raffaele di Milano. «Gli over 70, i bambini al di sotto dei 5 anni e le persone con problematiche relative al sistema immunitario sono i soggetti più fragili e, di conseguenza, devono essere monitorati con maggiore attenzione».
Leggi anche…
None found