Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce alcune cellule del midollo osseo, fondamentali per il sistema immunitario: le plasmacellule. Il loro ruolo è quello di produrre gli anticorpi che combattono le infezioni che colpiscono il nostro organismo. Se le plasmacellule crescono in maniera anomala, possono dare origine a cellule tumorali.
Il mieloma produce anche una molecola che è in grado di stimolare gli osteoclasti. Si tratta di cellule grandi che hanno lo scopo di assorbire il tessuto osseo, rigenerarlo e rimodellarlo. Per questo motivo chi è colpito da questo tipo di tumore è spesso vittima di fratture alle ossa.
In questo articolo
Mieloma multiplo: quali sono le cause?
Le cause del mieloma multiplo non sono state completamente identificate. Gli esperti hanno accertato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni in chi è colpito da questo tumore.
Quali sono i fattori di rischio?
È l’età è il più importante fattore di rischio per il mieloma multiplo. Il 75% dei casi riguarda persone che hanno dai 65 anni in su. Solo l’1% delle diagnosi coinvolge gli under 40. Oltre all’età, gli altri fattori di rischio sono:
- la familiarità, cioè se in famiglia qualcuno ha già sviluppato questo tipo di tumore;
- l’esposizione a radioattività;
- la gammopatia monoclonale, una malattia che causa una produzione abnorme di immunoglobuline da parte proprio delle plasmacellule. Il 25% dei casi diventa mieloma entro 10 anni dalla diagnosi.
Mieloma multiplo: quali sono i sintomi?
Spesso il tumore è senza sintomi. Alcune persone, però, possono presentare alcune condizioni particolari, come:
- difese immunitarie basse;
- dolore alle ossa, che colpisce la schiena, il costato e le anche;
- fratture ossee anche dopo traumi di lieve entità;
- sciaticalgia;
- anemia e conseguente stanchezza;
- elevati livelli di calcio nel sangue;
- confusione mentale;
- difficoltà a respirare;
- tagli superficiali che sanguinano molto;
- insufficienza renale.
Quanti tipi di mieloma esistono?
- Mieloma indolente: il tumore è asintomatico. Non ci sono lesioni a ossa o altri organi.
- Mieloma micromolecolare: le plasmacellule producono solo parti di immunoglobuline note come catene leggere.
- Mieloma non secernente: le plasmacellule non producono immunoglobuline, ma sono presenti in numero eccessivo.
- Plasmocitoma solitario: il tumore ha un’unica localizzazione in un osso o a livello extramidollare.
- Leucemia plasmacellulare: le plasmacellule sono presenti in numero elevato anche nel sangue.
È possibile prevenire il mieloma multiplo?
Non ci sono modi conosciuti per prevenire la formazione e lo sviluppo di questo tumore.
Come si arriva alla diagnosi?
Abbiamo già detto che spesso non ci sono sintomi che annuncino la presenza del mieloma. Di conseguenza arrivare a una diagnosi precoce è complicato.
- Il primo passo da fare è il test del sangue e delle urine. Se c’è la malattia, si registreranno alti livelli di immunoglobuline, cioè di anticorpi. Anche avere livelli di emoglobina e piastrine bassi può essere un segnale.
- La biopsia del midollo osseo è il prelievo e l’analisi di un frammento di osso e del midollo, che viene aspirato con una siringa (aspirato midollare) e analizzato per cercare eventuali cellule tumorali.
- Si possono usare tecniche di diagnostica per immagini come radiografie, TC dello scheletro, risonanza magnetica e PET.
Mieloma multiplo: come si cura?
I farmaci chemioterapici e la radioterapia
La chemioterapia resta il trattamento più usato. Il mieloma multiplo colpisce molti organi del corpo umano. I farmaci chemioterapici sono in grado di raggiungere tutto l’organismo attraverso il flusso sanguigno. Anche la radioterapia può essere utilizzata nel trattamento del mieloma multiplo.
Altri farmaci
Ci sono diversi farmaci che si possono utilizzare contro questo tipo di tumore.
I medicinali tradizionali più usati sono:
- prednisone,
- ciclofosfamide,
- melfalan,
- doxorubicina.
Quelli di ultima generazione sono:
- bortezomib,
- lenalidomide,
- pomalidomide,
- talidomide.
Contro la fragilità ossea possono essere usati i bifosfonati, che rallentano il processo di demineralizzazione dello scheletro.
Intervento chirurgico
I medici prendono in esame l’operazione chirurgica solo per l’asportazione di un plasmocitoma solitario o nei casi di grave compressione della colonna vertebrale.
Trapianto di cellule staminali
Insieme alle cellule tumorali, la chemioterapia danneggia anche il sistema linfoide. Si tratta di una rete di vasi linfatici che trasportano verso il cuore la linfa, che è un liquido chiaro, che garantisce un percorso alternativo di ritorno al sangue per i litri in eccedenza e di difesa nel sistema immunitario.
Il trapianto di cellule staminali del sistema linfoide viene fatto 24 ore dopo il trattamento chemioterapico.
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