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Tachipirina: cos’è?
La Tachipirina contiene paracetamolo, un principio attivo antipiretico, che quindi abbassa la febbre, e analgesico, in grado di combattere il dolore. È un farmaco sintomatico, che agisce cioè solo sui sintomi e non sulle cause o sui meccanismi della malattia.
In particolare come antipiretico è consigliato:
- quando si ha la febbre causata dall’influenza o dalle sindromi parainfluenzali;
- negli stati febbrili causati dalle infezioni acute del tratto respiratorio, come tonsilliti, laringiti, faringiti, tracheiti, bronchiti, ecc.;
- negli stati febbrili causati dalle malattie esentematiche, quindi morbillo, varicella, rosolia, scarlattina, quinta malattia, sesta malattia, malattia Bocca-Piedi-Mani.
Come analgesico viene somministrato in caso di dolore lieve o moderato come:
- mal di testa,
- nevralgia,
- dolori muscolari od osteoarticolari,
- otite,
- dismenorrea, cioè la mestruazione dolorosa,
- dolore post-intervento.
Chi non deve utilizzare Tachipirina
- Chi è allergico o ipersensibile al paracetamolo deve evitare di assumere Tachipirina.
- Le persone colpite da grave anemia emolitica. Si tratta di anemie caratterizzate da una riduzione della vita media dei globuli rossi e da una loro prematura distruzione proprio a causa di un processo di emolisi, da cui prendono il nome.
- Le persone con grave insufficienza epatocellulare. L’insufficienza epatocellulare può essere causata da epatiti acute o croniche, cirrosi, tumori con effetti distruttivi sul fegato. Perché il deficit si manifesti le lesioni devono essere estese.
In entrambi i casi, sia cioè delle persone colpite da grave anemia emolitica, sia da grave insufficienza epatocellulare, la controindicazione non riguarda la versione da 500 mg.
Avvertenze e precauzioni
Chi deve fare attenzione prima di assumere Tachipirina
- Principalmente chi soffre di disturbi alimentari come anoressia e bulimia, o chi vive una condizione di estrema magrezza, cioè sia colpito da cacchessia.
- Deve comunque assumere Tachipirina solo sotto controllo medico chi segue da molto tempo una dieta non corretta o soffre di disidratazione.
- Particolare attenzione deve fare anche chi abusa di alcolici in modo cronico con 3 o più bevande alcoliche al giorno.
- Grande cautela anche in chi soffre di ipovolemia.
Tachipirina contiene anche:
- Maltitolo: se si è intolleranti ad alcuni zuccheri, si consiglia di parlarne con il proprio medico prima di assumere questo farmaco.
- Aspartame: è una fonte di fenilalanina. Se si soffre di fenilchetonuria bisogna stare molto attenti. Si tratta di una malattia metabolica di origine genetica, che provoca un accumulo di fenilalanina con gravi conseguenze, soprattutto sui bambini.
- Sodio: la versione granulare contiene 283 milligrammi di sodio, che è più o meno un terzo della razione giornaliera consigliata. Di questo va tenuto conto se abbiamo una malattia renale o se seguiamo un’alimentazione povera di questo minerale.
Gravidanza e allattamento
La Tachipirina va sempre assunta sotto il diretto controllo del proprio medico di famiglia durante la gravidanza, anche se i numerosi studi svolti non abbiano dimostrato controindicazioni nell’uso del paracetamolo sulle donne, né che provochi effetti indesiderati sul feto.
Anche durante l’allattamento va mantenuta la stessa prudenza. Il paracetamolo passa nel latte materno, ma a dosi molto basse. Il pediatra saprà darvi tutte le risposte alle vostre domande: consultatelo.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Questo farmaco non altera la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Tachipirina: dosaggi e formulazioni
Tachipirina si trova in commercio in diversi dosaggi e in differente formulazioni farmaceutiche. Nelle forme fino ai 500 mg comprese possono essere acquistate senza ricetta medica. Per la Tachipirina da 1000 mg è necessaria invece la ricetta medica per poterla acquistare.
- Compresse e compresse effervescenti: contengono 500 mg o 1000 mg di paracetamolo.
- Supposte: possono contenere 62,5 mg, 125 mg, 250 mg, 500 mg o 1000 mg di paracetamolo.
- Sciroppo: contiene 120 mg di paracetamolo ogni 5 ml di sciroppo. Non contiene zucchero.
- Gocce orali: contengono 100 mg di paracetamolo/ml di soluzione.
- Granulato per soluzione orale o effervescente: può contenere 125 mg, 500 mg o 1000 mg di paracetamolo.
- Soluzione per infusione: ogni millilitro di soluzione contiene 10 mg di paracetamolo. Di conseguenza una sacca da 50 ml contiene 500 mg di paracetamolo, mentre una sacca da 100 ml contiene 1000 mg di paracetamolo. La soluzione per infusione si usa in caso di urgenza e/o quando le altre vie di somministrazione siano impossibili da praticare.
Tachipirina: posologia e dosi raccomandate
In linea generale Tachipirina non va usata per più di 3 giorni consecutivi senza consultare il medico. La posologia cambia a seconda dell’età e del peso del paziente. Può essere assunta anche a stomaco vuoto, anche se è preferibile prenderla a stomaco pieno per evitare gli effetti indesiderati gastrointestinali. Il paracetamolo ha la sua massima efficacia tra i 30 e i 60 minuti dopo l’assunzione.
Negli adulti
La dose raccomandata è di 1 compressa/bustina o supposta alla volta, da ripetere se necessario dopo 4 ore, senza superare le 6 somministrazioni al giorno.
Nel caso di forti dolori o febbre alta, 2 bustine da 500 mg da ripetere se necessario dopo non meno di 4 ore.
La dose massima per via orale è di 3000 mg di paracetamolo al giorno.
Nei bambini
Per i bambini fino ai 10 anni la posologia è legata al peso. Quelli che pesano meno di 26 chili hanno formulazioni a loro dedicate, sotto forma di gocce o sciroppo.
Per i bambini tra i 26 e i 40 chili
Una bustina alla volta. Si scioglie il granulato effervescente in un bicchiere d’acqua. Se necessario, una nuova bustina può essere presa dopo 6 ore. Mai superare le 4 somministrazioni nelle 24 ore.
Per i ragazzini tra i 41 e i 50 chili
Una bustina alla volta. Si scioglie il granulato effervescente in un bicchiere d’acqua. Se serve, una nuova bustina può essere presa dopo 4 ore. Non superare le 6 somministrazioni nelle 24 ore.
Ragazzi con un peso superiore ai 50 chili
La dose è sempre di una bustina alla volta. Si scioglie il granulato effervescente in un bicchiere d’acqua. Se serve, una nuova bustina può essere presa dopo 4 ore. Non superare le 6 somministrazioni nelle 24 ore.
Interazioni con altri farmaci
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- L’assimilazione per via orale del paracetamolo è strettamente legata alla velocità dello svuotamento gastrico. Se quindi assumiamo farmaci che lo rallentano come gli oppioidi (potenti analgesici derivati dall’oppio) o gli anticolinergici (molto usati dagli anziani) o lo aumentano come i procinetici (che stimolano la funzione intestinale), possiamo andare incontro a una diminuzione o un aumento della biodisponibilità del prodotto, ossia della quantità e della velocità con cui il principio attivo diventa disponibile per la sua azione terapeutica.
- La colestiramina, farmaco usato per abbassare il colesterolo alto, riduce l’assorbimento del paracetamolo.
- Il cloramfenicolo, che è un antibiotico ad ampio spettro, se preso insieme al paracetamolo, rischia di far aumentare la tossicità.
- Se assumiamo anche il probenecid, usato contro la gotta e l’artrite, dobbiamo ridurre la dose di paracetamolo.
- La salicilamide, che è un antipiretico, prolunga l’emivita di eliminazione del paracetamolo.
- Se assumiamo contemporaneamente per almeno 4 giorni paracetamolo insieme ad anticoagulanti orali può causare leggere variazioni nei valori di INR, una particolare metodica di misurazione del tempo di protrombina.
- Grande cautela se assumiamo anche antiepilettici, rifampicina e cimetidinao farmaci per il fegato. Lo stesso vale nei casi di alcolismo e nei pazienti trattati con zidovudina.
- Il paracetamolo può interferire con la valutazione dell’uricemia , cioè del test sulla presenza di acido urico nel sangue e con quella della glicemia , che valuta la presenza di zuccheri nel sangue.
- Il carbone attivo entro 4 ore dall’ingestione riduce l’assorbimento del paracetamolo del 50-90 per cento.
Cosa fare se abbiamo preso una dose troppo alta di Tachipirina?
Il rischio è quello di intossicazione. Il problema diventa estremamente serio se a prendere troppo paracetamolo sono le categorie a rischio e cioè persone con malattie del fegato, alcolisti e in chi è affetto da malnutrizione cronica.
Sovradosaggio: quali sono i sintomi?
I primi segnali sono nausea e vomito seguiti da forte malessere generale. Il sovradosaggio può causare:
- grave danno al fegato (citolisi epatica) che può determinare una riduzione della capacità del fegato di svolgere la propria funzione (insufficienza epatocellulare),
- eccessiva produzione di acidi del metabolismo (acidosi metabolica),
- danni del cervello (encefalopatia).
Trattamento
Se si è assunto più paracetamolo del dovuto bisogna recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per procedere nel più breve tempo possibile allo svuotamento gastrico precoce e alla somministrazione dell’antidoto , la N-acetilcisteina.
Effetti collaterali
Il paracetamolo è di solito ben tollerato.
Gli effetti indesiderati a livello gastrointestinale, come la nausea o i dolori o i bruciori addominali, accadono più raramente rispetto ai farmaci FANS, cioè i farmaci antinfiammatori non steroidi.
Talvolta ci possono essere eruzioni cutanee e altre reazioni allergiche, che in alcuni casi possono essere gravi ed essere accompagnate da febbre e lesioni alle mucose.
Più raramente possono comparire effetti che riguardano il sangue, come:
- la trombocitopenia, cioè la riduzione del numero di piastrine nel sangue;
- la leucopenia, che è invece la riduzione dei globuli bianchi nel sangue;
- l’anemia, cioè la riduzione dell’emoglobina nel sangue.
Ci possono essere effetti che riguardano il sistema nervoso, come le vertigini.
Gli effetti che riguardano il fegato possono essere epatite o funzionalità anomala del fegato.
Si possono avere effetti indesiderati anche sui reni e sulle vie urinarie, come
- l’insufficienza renale acuta, quindi una riduzione della funzionalità dei reni;
- la nefrite interstiziale, che è un’infiammazione dei reni;
- l’ematuria, cioè tracce di sangue nelle urine;
- l’anuria, che significa la cessazione o riduzione della produzione di urine.
Conservazione e scadenza
La scadenza è chiaramente indicata sulla confezione. La si può trovare anche su ogni blister o rivestimento interno. La data si riferisce al farmaco conservato correttamente. Non deve mai essere utilizzato dopo questa data di scadenza.
I farmaci non devono mai essere buttati nel cassonetto della raccolta indifferenziata. Possono essere molto dannose per la salute dell’ambiente e dell’uomo. È per questo che sono raccolti e trattati separatamente rispetto agli altri rifiuti. Ogni Regione – spesso ogni Comune – decide dove raccoglierli. È bene informarsi. Molte farmacie offrono il servizio di raccolta dei farmaci scaduti.
Tutti i farmaci devono essere conservati fuori dalla portata dei bambini.