Il 20% degli infarti si manifesta durante uno sforzo fisico, molti insorgono durante uno stress emotivo violento e altri senza una causa scatenante, cioè a riposo. Non sempre, però, gli attacchi cardiaci si manifestano in modo dirompente e allora c’è il rischio di arrivare al pronto soccorso troppo tardi.
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8 ore per arrivare in ospedale dai primi sintomi
A sottolineare il rischio di sintomi lievi e vaghi, che solo piano piano diventano riconoscibili, è uno studio pubblicato sull’European Journal of Cardiovascular Nursing, dove un team di esperti ha messo a confronto i comportamenti di pazienti con un infarto in corso sia con sintomatologia acuta che graduale. Dai risultati, è emerso che i primi impiegano in media 2,6 ore per rivolgersi a un medico, mentre i secondi fanno passare anche 8 ore. Un tempo troppo ampio: i cardiologi, infatti, raccomandano un ritardo massimo di 2 ore per accedere alle cure ed evitare il peggio.
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La differenza tra i sintomi dell’infarto
In media l’intervallo di tempo tra la comparsa dei sintomi e l’arrivo in ospedale era di circa 4 ore. L’infarto si è manifestato in maniera violenta nel 56% dei pazienti e in modo graduale nel 44%. «In circa metà dei pazienti l’infarto è insorto lentamente, quindi il fenomeno non è raro – ha spiegato la ricercatrice Sahereh Mirzaei – I sintomi della sindrome coronarica acuta non sono specifici e interpretarli non è sempre facile per i pazienti». In un attacco cardiaco improvviso, i pazienti manifestano un forte dolore al petto fin dall’inizio. I sintomi di un attacco graduale, invece non sono così netti e possono essere un leggero malessere, difficoltà a respirare e tensione al torace.
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Mai sottovalutare un dolore al petto
«Il dolore al petto o il malessere, sia che sia acuto e improvviso, sia che sia leggero e graduale non deve essere ignorato. I sintomi possono includere anche mal di gola, dolore al collo, allo stomaco, alla schiena, alle spalle e possono essere accompagnati da nausea, sudori freddi, debolezza e fiato corto. Bisogna chiamare un’ambulanza immediatamente, prima si viene aiutati, migliore sarà la prognosi», sottolinea Mirzaei.
Sforzi e fattori di rischio
Nella maggior parte degli uomini (54%) con insorgenza improvvisa dell’infarto, i sintomi sono stati scatenati da uno sforzo fisico, come salire le scale, correre oppure spalare la neve. I cardiologi mettono in guardia soprattutto le persone a rischio: chi soffre di ipertensione, diabete, colesterolo alto e avverte un dolore al petto dopo uno sforzo potrebbe avere un infarto in corso.
Il campione
I ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago, guidati da Sahereh Mirzaei, hanno analizzato i dati sanitari di 474 pazienti (343 uomini e 131 donne, età compresa tra i 29 e i 93 anni) arrivati al pronto soccorso con i sintomi di una sindrome coronarica in quattro regioni degli Stati Uniti. Ognuno di loro aveva compilato un questionario all’accettazione dove aveva indicato il momento della comparsa dei sintomi.
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