La notizia ha tenuto banco per settimane, mentre si succedevano i ritiri di lotti di integratori alla curcuma. Molte le ipotesi indagate. Il ministero della Salute però sostiene che i motivi vadano ricercati nelle condizioni di salute delle persone e non nei supplementi alimentari.
Nessuna contaminazione rilevata nella polvere di radici di curcuma
Insomma qual è la causa dei casi di epatite che si sono verificati in seguito all’assunzione degli integratori a base della celebre spezia? I risultati sostengono che i motivi siano da rinvenire in patologie del fegato già esistenti anche in modo asintomatico nelle persone che ne hanno fatto uso.
Il ministero della Salute ha deciso quindi che sulle confezioni di questi prodotti verrà apposta un’apposita etichettatura che chiederà di fare attenzione alle condizioni del proprio fegato prima di assumerli.
Un team interdisciplinare ha analizzato i campioni degli integratori ritirati
Il governo aveva chiesto a un gruppo interdisciplinare di esperti e dal Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale di procedere a verifiche dopo i numerosi episodi registrati. Nei mesi scorsi in diverse parti di Italia si erano succeduti episodi di epatite colestatica, registrati proprio dopo l’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa. Le analisi effettuate sui campioni hanno però escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico.
Il parere degli esperti incaricati dal ministero della Salute
Secondo il gruppo di esperti «le cause sono verosimilmente da ricondurre a particolari condizioni di suscettibilità individuale, di alterazioni preesistenti, anche latenti, della funzione epato-biliare o anche alla concomitante assunzione di farmaci».
Ecco perché «si è deciso di adottare una specifica avvertenza per l’etichettatura degli integratori in questione, volta a sconsigliarne l’uso a persone con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari e, in caso di concomitante assunzione di farmaci, ad invitare comunque a sentire il parere del medico». Per la curcuma in polvere non sono emersi elementi per particolari raccomandazioni. La situazione, assicura il Ministero, continuerà ad essere seguita con attenzione.
I super poteri della curcuma
Ormai da anni si parla dei super poteri di questa spezia che viene prodotta con la Curcuma longa, una radice conosciuta e utilizzata già da 5.000 anni in India e in Cina. Com’è noto è il principio attivo, la curcumina, ad essere molto potente. Diversi studi hanno evidenziato che questo componente ha poteri:
- antiinfiammatori,
- antiossidante,
- allevia i dolori articolari, mestruali e intestinali,
- aiuta la digestione,
- purifica il fegato,
- rafforza il sistema immunitario.
Alcune ricerche si spingono a sostenere che, grazie alle sue forti doti antinfiammorie, gioca un ruolo anche nella prevenzione dei tumori. Le cellule cancerogene crescono infatti in un tessuto infiammato.
Non basta inserirla nella dieta
Per giovarsi dei benefici della curcuma non basta utilizzarla per insaporire i nostri piatti. La spezia così come si presenta non è biologicamente assimilata dall’organismo, se non in una percentuale bassissima. E allora cosa fare? Innanzitutto quando la usiamo in cucina, affinché si riveli un alleato per la nostra salute, va sempre abbinata a un pizzico di pepe nero. La piperina, che è il suo attivo principale, permette alla curcumina di essere veicolata dall’intestino al sangue. In molti preferiscono assumerla attraverso quello che viene chiamato golden milk. Qui puoi trovare la ricetta per farlo in casa.
In realtà per avere gli effetti sperati bisognerebbe assumerne grandi dosi, tanto che spesso si consiglia di assumerla attraverso integratori.
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