«Adesso tocca a voi», «Cosa aspettate a fare un bambino?», «Quando inizierete a mettere in cantiere un bebè?», «È ora di pensare a un figlio, no?». Quante volte, chiacchierando con familiari, amici o semplici conoscenti, avete sentito pronunciare queste frasi che, in maniera un po’ ridondante e retorica, fanno chiaramente riferimento al temutissimo orologio biologico della donna? Insomma, un po’ come dire «Spicciati perché non ti rimane ancora molto tempo» ma in modo più velato e delicato.
Quando l’orologio biologico si scontra con le esigenze personali
Eppure le donne conoscono bene questa realtà. «Secondo un’indagine condotta dal nostro centro, il 90% di esse è consapevole che il picco di fertilità si ha tra i 20 e i 30 anni quando, con un rapporto mirato, le possibilità di concepimento naturale si attestano intorno al 20-25%» conferma Ermanno Greco, Direttore Responsabile del Centro di Medicina della Riproduzione dell’European Hospital di Roma. «Poi, man mano che l’età aumenta, le anomalie genetiche delle uova diventano più frequenti e, di conseguenza, dopo i 35 anni le probabilità di rimanere incinta spontaneamente non superano il 15%». Tuttavia, nonostante le lancette del tempo scorrano inesorabili, sempre più donne decidono di posticipare la gravidanza a causa delle condizioni socio-economiche attuali. «Spesso il perseguimento di un’istruzione avanzata, la volontà di affermarsi professionalmente e i cambiamenti nelle relazioni personali» continua Greco, «influiscono sulla maternità a tal punto da voler rimandare la gravidanza a un momento di maggior stabilità».
Il social eggs freezing
Poiché questo fenomeno si scontra inevitabilmente con l’invecchiamento ovarico della donna, risulta più che mai attuale esplorare nuove tecniche di preservazione della fertilità come ad esempio il “social eggs freezing”, tema sul quale si sono confrontati alcuni esperti internazionali, riunitisi a Vienna in una tavola rotonda promossa da Gedeon Richter. Dietro a questa definizione inglese non c’è altro che la crioconservazione dei gameti femminili, cioè gli ovociti, intrapresa per motivi personali e non in conseguenza a trattamenti medici. «Si tratta di una procedura indicata per le donne che vogliono ricercare una gravidanza più avanti nel tempo, quando potrebbero insorgere diverse difficoltà nel concepimento naturale, utilizzando le proprie uova “giovani” conservate» aggiunge il professor Greco.
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Come funziona?
Il social eggs freezing si articola in diverse fasi. «Dopo un colloquio iniziale presso un centro specializzato, la donna deve sottoporsi al dosaggio ormonale per la valutazione della riserva ovarica e a un’ecografia transvaginale con conta dei follicoli antrali: questi esami consentono di dare indicazioni sull’idoneità del programma per quella particolare paziente, sull’eventuale numero di uova da recuperare e congelare e sull’iter da seguire» spiega Greco. Per aumentare la produzione degli ovociti, la donna viene sottoposta a una stimolazione ormonale in modo che si formino più uova. «Il terzo passo è il prelievo degli ovociti, che avviene per via transvaginale con una leggera sedazione o in anestesia profonda a seconda dei casi. I gameti vengono poi rapidamente congelati con la tecnica di vitrificazione, che ha mostrato ottimi risultati nella sopravvivenza degli ovociti dopo lo scongelamento» continua lo specialista. Dopo il prelievo, le uova vengono conservate in azoto liquido.
Quanto dura la conservazione?
Eseguito il prelievo, i gameti vengono congelati e conservati nella clinica prescelta. Ma per quanto tempo possono rimanervi? La legge italiana impone che gli embrioni crioconservati, non ancora trasferiti in utero, restino tali in eterno. In altri Paesi, invece, la scelta spetta alla coppia, che può esprimersi anche sullo smaltimento delle uova (cosa che in Italia è proibita).
Cosa avviene dopo lo scongelamento?
«La donna può accedere ai suoi ovociti in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del mondo perché i gameti sono anche trasportabili» conferma Ermanno Greco. Se si vuole intraprendere una gravidanza l’équipe medica scongela un numero congruo di ovociti crioconservati e avvia il processo di fertilizzazione, optando per la fecondazione in vitro (IVF o FIVET) o per l’iniezione intracitoplasmatica dei gameti (ICSI).
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Quali sono le probabilità di rimanere incinta con ovuli congelati?
Il tasso di successo di questa tecnica «è determinato dal numero degli ovociti congelati, che dovrebbero essere almeno 10, e dall’età della donna al momento del congelamento» spiega il professore. «Il momento migliore resta quello del picco della fertilità, cioè tra i 20 e i 30 anni, pertanto prima viene eseguito l’eggs freezing e maggiori sono le probabilità di portare a termine la gravidanza».
Dove trovare le risposte a tutti i quesiti
Per sensibilizzare le donne sulla loro fertilità e sulle possibilità di preservarla, parte la campagna Il momento giusto, promossa da Gedeon Richter. Il progetto si sviluppa attraverso un sito contenente tutte le domande e le risposte che il social eggs freezing comporta. Si tratta di uno spazio costruito per fornire maggiori informazioni in merito alla crioconservazione ovocitaria e consentire a ogni donna di operare la propria scelta in maniera autonoma e libera.
Chiara Caretoni
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