L’ipotesi che si sta facendo largo è che l’intestino delle persone depresse presentino un microbiota caratteristico, con una diversa combinazione di ceppi batterici. Alcuni studi hanno già iniziato a stringere il cerchio intorno a questi indiziati, ma non solo.
Diversi studi hanno dimostrato che alcuni batteri possano avere un effetto protettivo contro la depressione. Si tratta del Lactobacillus rhamnosus e del Bifidobacterium longum. Nell’intestino producono sostanze capaci di migliorare la produzione del neurotrasmettitore GABA nel cervello, riducendo così il rischio di depressione.
Gli psicobiotici
Il loro ruolo è così riconosciuto dalla comunità internazionale da essere definiti «psicobiotici», cioè probiotici capaci di agire sulla mente. Alcuni sono già disponibili in farmacia come prodotti da banco. Possono essere affiancati alla tradizionale terapia con antidepressivi, perché non interferiscono con i farmaci, bensì agiscono in maniera fisiologica regolarizzando la funzione dei meccanismi dell’organismo. Gli effetti non sono immediati, ma con un po’ di pazienza si può apprezzare un miglioramento dei sintomi.
I risultati dello studio neozelandese
Ora un nuovo studio dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda ha confermato i poteri del Lactobacillus rhamnosus HN001. I risultati della ricerca sottolineano come sia in grado di contrastare i sintomi della depressione e dell’ansia dopo il parto. Il progetto è stato seguito anche da altre università neozelandesi.
La depressione post partum
Già in genere le donne hanno maggiori possibilità di vivere i sintomi di una depressione o di stati ansiosi. Qui puoi trovare i sintomi della depressione e le terapie per uscirne. Durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino il rischio aumenta ancora di più. Secondo studi scientifici, circa il 12% delle donne incinte presenta sintomi di depressione. Per quanto riguarda invece il periodo post-partum, le mamme che soffrono di depressione sono tra il 7 e il 12% e solitamente questo avviene dopo sei mesi-un anno dalla nascita del piccolo.
La ricerca dell’Università di Auckland
Lo studio ha messo sotto osservazione 423 donne a partire dalla 14-16° settimana di gestazione. Le partecipanti sono state divise in due gruppi:
- il primo (composto da 212 soggetti) ha assunto il Lactobacillus rhamnosus HN001 sino a sei mesi dopo il parto,
- il secondo (il gruppo di controllo costituito dalle restanti) un placebo.
Per misurare gli eventuali sintomi di depressione e ansia post-partum i ricercatori hanno utilizzato scale universalmente riconosciute e comunemente adottate in psicologia, come l’Edinburgh Postnatal Depression Scale e la State Trait Anxiety Inventory).
Con gli psicobiotici si abbassa il rischio di metà per l’ansia e di un quarto per la depressione
Al termine dei due anni di durata dello studio, i ricercatori hanno visto una una minore incidenza dei disturbi dell’umore tra chi aveva assunto il probiotico. Le donne con sintomi di ansia sono state quasi la metà rispetto al gruppo di controllo (30 a fronte di 55) e per quanto riguarda la depressione si è registrata una flessione del 25 per cento. hanno mostrato sintomi di depressione post partum 44 donne che hanno assunto il placebo a fronte delle 32 che hanno assunto il fermento lattico fisiologico.
Perché accade?
Il meccanismo biologico che spiega questo effetto benefico è da ricondurre all’azione positiva che questo probiotico esercita sulla produzione di serotonina, ormone che favorisce nel cervello lo stato di “buon umore”.
Un convegno a tema a settembre a Torino
L’influenza dei probiotici e del microbiota su ansia e depressione è uno dei temi che saranno affrontati a Torino il 14 settembre nel corso del convegno “The human brain seen from multiple perspectives“ organizzato dall’Istituto di ricerca Quantitative and Quantum Dynamics of Living Organisms – Center for Medicine, Mathematics and Philosophy Studies, con il patrocinio della Società Italiana di Biologia sperimentale e del Politecnico di Torino. In questa occasione esperti internazionali si confronteranno su rapporto intestino-cervello, architettura e geografia del cervello, coscienza e comportamento, farmaci psicotropi, stress e reti neurali.
FONTE: EbioMedicine The Lancet
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