La voce è il mio strumento di lavoro, la sollecito continuamente e per questo devo operare su di lei una costante manutenzione, cercando di prevenire il più possibile qualsiasi tipo di problema. Dai malanni di stagione alla stanchezza, magari per non aver dormito bene la notte precedente, sono tanti gli agguati da evitare quando devo esibirmi su un palco. Anche perché le mie vie respiratorie sono un po’ sensibili, considerando che da bambina sono stata operata alle adenoidi. Ad aiutarmi in questa opera di cura è la fitoterapia, vale a dire l’uso delle piante medicinali, un’abitudine, anzi, una vera passione che mi è stata trasmessa da mia madre, fisioterapista della riabilitazione che ha studiato varie forme di terapie naturali (medicina cinese, tibetana…) da poter applicare nella sua professione.
Non sono contraria ai farmaci, anzi
E qui occorre subito una precisazione: con questo non voglio assolutamente dire che ho bandito i farmaci di origine chimica, ma che questi ultimi e i rimedi naturali vanno integrati con discernimento. Prendiamo, per esempio, il caso degli antibiotici, fondamentali nel salvarci la vita ma di cui oggi si abusa troppo, con il rischio di renderli inefficaci. Del resto le stesse piante, che per millenni sono state le nostre uniche medicine, non vanno usate con leggerezza, ma seguendo le indicazioni degli specialisti che le studiano e che, quindi, sanno quando e quanto utilizzarle. È, infatti, sbagliato credere che ciò che è naturale sia inoffensivo. Di certo a me, la fitoterapia, ha tolto diverse volte dai guai.
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Tisana e propoli mi hanno “salvata”
L’ultima volta è successa lo scorso febbraio. Dovevo tenere un concerto a Benevento, c’era pure la neve e io non avevo quasi voce e un timbro alla Barry White a causa di una forte laringite accompagnata da febbre con relativi brividi. Insomma, ero in condizioni penose e non c’erano più i tempi tecnici per disdire l’evento. O salivo sul palco o salivo sul palco. Allora mi sono buttata su una tisana a base di zenzero, cannella, chiodi di garofano e curcuma, prendendo contemporaneamente una pastiglia a base di propoli, acido ascorbico e salice, in pratica un’aspirina naturale. Il «miracolo» è avvenuto e io
sono sopravvissuta… Certo, è stata l’esibizione più faticosa della mia vita, ma penso che in questi casi, forse per l’adrenalina che sale, il nostro organismo trovi risorse insperate per reagire. Il resto lo ha fatto il riposo che mi sono presa nei giorni successivi.
Non posso fare a meno dell’erisimo
Mi ricordo anche di un altro concerto, a Torino nel 2011. Avevo una tosse tremenda, impossibile cantare in quelle condizioni, così mi sono fatta portate acqua calda e miele e, con le erbette che porto sempre con me, ho preparato una tisana con timo ed erisimo, conosciuto anche come pianta dei cantanti per l’aiuto che dà alla voce grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antisettiche. Tra una canzone e l’altra ne bevevo un sorso e così sono riuscita a terminare lo spettacolo. Duettare sul palco con una bottiglietta contenente una tisana è ormai un mio classico.
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Faccio gargarismi naturali e lavaggi nasali
Combatto, invece, il mal di gola facendo gargarismi con acqua e argilla verde o limone, disinfettanti naturali. Come rimedio per liberare le vie nasali mi baso su una miscela di acqua e sale che mi inietto (chiaramente senza ago!) nelle narici. Ora, con la stagione calda, c’è il problema dell’aria condizionata che crea un clima secco, favorendo la disidratazione dell’organismo. Non la amo per niente e generalmente porto sempre con me una sciarpa di cotone. Il mio foniatra mi ha, però, suggerito un valido sistema per reidratarsi: basta bagnare leggermente un fazzoletto (o una garza) e tenerlo davanti a naso e bocca per una decina di minuti. Una soluzione che, adottata dietro le quinte, mi ha salvata in diversi concerti. Di solito tutti mi guardano come se fossi impazzita e mi chiedono: «Ma che cosa stai facendo?». È la cura dei piccoli dettagli che mantiene sana la gola.
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