Cos’hanno in comune un maratoneta e una donna incinta? Praticamente nulla, se non che entrambi raggiungono il massimo della resistenza fisica che un corpo può sopportare. In modo diverso, ovviamente. Secondo un gruppo di scienziati statunitensi dell’Hunter College di New York e della Duke University di Durham, una persona può bruciare fino a un massimo di 4.000 calorie prima di esaurire le riserve di energia del suo corpo. E mentre i maratoneti raggiungono questo picco durante le gare ad alta intensità, le mamme in attesa raggiungono lo stesso limite attraverso un’intensità più bassa ma per un periodo molto più lungo, quello della gravidanza. Viene definito “limite” perché la resistenza fisica umana, secondo gli esperti, non può andare oltre.
L’ipertensione o pressione alta
Il limite del metabolismo
Nello studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, viene infatti spiegato che tutti gli esseri umani, indipendentemente dal tipo di attività fisica che svolgono, avrebbero lo stesso limite metabolico. Cioè un livello massimo di sforzo che possono sostenere per un certo periodo di tempo: ogni uomo è in grado di bruciare calorie a un tasso massimo di 2,5 volte maggiore rispetto a quello del suo metabolismo a riposo. Neanche gli atleti di resistenza d’élite sarebbero in grado di oltrepassare questa soglia.
Pressione bassa o ipotensione
La resistenza è collegata al processo digestivo
Durante l’esperimento, i partecipanti hanno completato attività come il Tour de France e altre gare impegnative. Dall’analisi è emerso che il dispendio energetico iniziale degli atleti era alto, ma si riduceva non appena raggiunto il consumo calorico di 2,5 volte rispetto al loro metabolismo basale. Il fenomeno è stato riscontrato sia negli atleti che trainavano slitte attraverso l’Antartide per diversi giorni a temperature sotto lo zero, sia nei ciclisti che partecipavano al Tour de France in estate. Inoltre,hanno scoperto che il massimo dispendio energetico sostenibile rilevato tra gli atleti di endurance era solo leggermente superiore al tasso metabolico delle donne in gravidanza, pari a 2,2 volte rispetto al loro metabolismo di base.
Secondo i ricercatori, la scoperta mette in discussione l’ipotesi che la resistenza umana sarebbe collegata alla capacità di regolare la temperatura corporea. A loro avviso, sarebbe connessa al processo digestivo, che è la capacità dell’organismo di processare il cibo e di assorbire calorie e nutrienti necessari per fornire energia ai processi corporei.
E se mangiassimo di più?
Gli scienziati hanno osservato che oltre la soglia di 2,5 volte il tasso metabolico a riposo di una persona, l’organismo inizia ad attaccare i suoi stessi tessuti per compensare il deficit calorico. Questo fenomeno, spiegano, potrebbe essere legato alla capacità del canale digerente di metabolizzare il cibo. Pertanto, mangiare di più non servirebbe ad aumentare il proprio livello di resistenza.
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