Quando si dorme poco o male, è subito evidente. Ci sentiamo di malumore, ovviamente più stanchi, meno attenti e più “lenti” in quello che facciamo. Tutte conseguenze che ci permettono di misurare e capire, nel breve termine, che effetti ha su di noi un riposo notturno insufficiente. Le conseguenze sul lungo periodo, invece, sono meno chiare ed evidenti, non tanto perché non ci siano, ma semplicemente perché non se ne ha un’esperienza immediata.
Lo studio pubblicato su Nature
Ma ci sono, eccome se ci sono. Di recente, ci spiega nella videointervista l’esperto Giuseppe Plazzi, del Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno dell’Università di Bologna, le conseguenze negative di un sonno frammentato e disturbato sono state evidenziate da uno studio sperimentale pubblicato su Nature. La ricerca sottolinea come un sonno di poca e cattiva qualità, caratterizzato da risvegli notturni frequenti, faciliti la formazione di placche arteriosclerotiche e quindi aumenti il rischio di patologie cerebrovascolari.
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Le malattie correlate alle apnee notturne
el disturbo dell fase REM
Inoltre, tra i disturbi del sonno, le apnee ostruttive tendono ad associarsi a un elevato rischio cardio-cerebrovascolare con possibilità di ictus ischemico. Alla malattia di Parkinson, come spieghiamo invece in questo articolo, è legato il disturbo di comportamento della fase REM, cioè la fase in cui si sogna. Sai quali sonol e fasi del sonno e come si alternano?
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