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HPV: cos’è, come si trasmette, chi può (e deve) vaccinarsi

L'HPV è composto da oltre cento varietà diverse di virus. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne ma alcuni ceppi possono dare vita a lesioni precancerose che evolvono in tumori. Quello alla cervice uterina è, infatti, quasi sempre correlato alla presenza dell'HPV

C’è chi l’ha sentito nominare ma non sa cosa sia e chi non ne ha neanche mai sentito parlare. Quel che emerge da un’indagine nazionale, promossa da Fondazione Umberto Veronesi ETS e condotta da AstraRicerche, sulla percezione dell’HPV (o Papilloma Virus) da parte dei giovani è a dir poco allarmante.

Dalla ricerca, condotta nel febbraio 2024 su 1.206 ragazzi tra i 18 e i 29 anni, è venuto fuori che il 6% del campione non ha mai sentito parlare di HPV, mentre il 33,3% l’ha quantomeno sentito nominare ma non sa di cosa si tratti nello specifico. In questa fascia della popolazione c’è anche poca chiarezza sulle modalità di trasmissione del virus: il 41,4% ritiene che il preservativo sia completamente efficace nel prevenire l’infezione da HPV (non lo è, riduce i rischi ma non li azzera nel caso del Papilloma Virus che si trasmette con il contatto fra tessuti e mucose ano-genitali e orali). E se oltre il 54% riconosce correttamente che il contagio possa avvenire tramite rapporti sessuali orali, il 29,8% risponde “non so” e il 15,8% risponde “no”.

Gruppo San Donato

Cos’è l’HPV

L’HPV non è un unico virus ma è una grande famiglia composta da oltre cento varietà di virus diversi. In molti casi l’HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute di mani, piedi o viso, o i condilomi che interessano le mucose genitali e orali. Altri ceppi virali hanno, invece, un rischio oncogeno alto, cioè sono in grado di dare vita a lesioni precancerose che, se non trattate, possono evolvere in forme tumorali.

Ad oggi si sa con certezza che l’HPV è in grado di causare l’insorgenza del tumore della cervice uterina (o del collo dell’utero) ed è coinvolto nella patogenesi di altri tumori genitali maschili e femminili, ad esempio quello del pene o dell’ano, ed extragenitali, come quello del cavo orale, della faringe e della laringe.

Come si contrae l’infezione da HPV

L’infezione da HPV può essere trasmessa attraverso i rapporti sessuali vaginali, orali, anali. La trasmissione può avvenire anche mediante un semplice contatto fisico se ci sono cellule virali attive e sono presenti lesioni, tagli, abrasioni nella pelle o nelle mucose. Bisogna prestare attenzione anche ai luoghi che ospitano molte persone, come bagni pubblici, spogliatoi, piscine, dove è possibile il contatto con superfici utilizzate da portatori dell’infezione.

Chi ha già un’infezione sessualmente trasmissibile, chi ha un sistema immunitario fragile, i fumatori e le persone con obesità sono più a rischio di contrarre l’infezione.

Quali sono i sintomi

Lesioni benigne

Come abbiamo visto poco fa, in base al ceppo coinvolto l’HPV può causare lesioni benigne:

  • verruche su mani, piedi, viso;
  • condilomi localizzati su genitali interni ed esterni, sul perineo, intorno e dentro all’ano.

Spesso queste lesioni sono asintomatiche, mentre in altri casi possono causare prurito, fastidio, bruciore.

Forme tumorali

I ceppi ad alto rischio oncogeno, invece, possono dare vita a lesioni precancerose, che a lungo andare possono trasformarsi in un tumore vero e proprio. Queste modificazioni a carico delle mucose genitali sono, almeno inizialmente, asintomatiche, pertanto è necessario sottoporsi a controlli ed esami periodici (come il Pap Test) in grado di diagnosticarle tempestivamente.

Come prevenire l’infezione da HPV

Come si previene, dunque, l’infezione da HPV? Elsa Viora, Past President dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), ha condiviso con Doctolib.it un breve vademecum per proteggersi al meglio.

  • L’HPV non è pericoloso solo per le donne ma anche per gli uomini. La vaccinazione, quindi, resta fondamentale per gli uni e gli altri.
  • Pap Test e HPV test sono strumenti di screening importantissimi per la prevenzione del tumore alla cervice uterina e del basso tratto genitale. In assenza di patologie o indicazioni personalizzate, le strutture sanitarie invitano le giovani tra i 25 e i 30 anni a effettuare il Pap test ogni 3 anni, mentre dai 30 ai 65 è prevista l’esecuzione del test HPV. Al di fuori dello screening organizzato, è il ginecologo a stabilire la periodicità dei controlli e degli esami.
  • Bisogna informarsi di più. Affinché accedano alla vaccinazione, i giovani devono ricevere adeguato supporto nel loro contesto familiare e sociale. È necessario parlare apertamente di HPV e di malattie sessualmente trasmissibili, a casa come a scuola.

Oltre ai suggerimenti della dottoressa Viora, si possono mettere in atto anche altre accortezze:

  • ridurre i rapporti sessuali a rischio, promiscui e occasionali;
  • utilizzare sempre il preservativo;
  • curare sempre la propria igiene personale;
  • evitare di scambiarsi asciugamani e biancheria;
  • indossare sempre le ciabatte nei luoghi pubblici, come piscine e spogliatoi.

La vaccinazione

Il vaccino somministrato oggi immunizza contro i sierotipi 6 e 11, responsabili di più del 90% dei condilomi anogenitali, e i sierotipi 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58, che causano il 98% di tutte le lesioni pre-cancerose e delle forme tumorali che colpiscono i genitali. Gli studi condotti hanno dimostrato che la vaccinazione è in grado di prevenire oltre il 90% dei tumori associati all’HPV.

Nel mese di agosto 2023 il Governo Italiano e il Ministero della Salute hanno approvato il nuovo Piano Nazionale Vaccinale 2023-25. Questo prevede di «rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate» con la somministrazione del vaccino anti-HPV seguendo queste modalità:

Adolescenti 11-18 anni:

  • 2 dosi a partire dagli 11 anni
  • 3 dosi dopo aver compiuto i 15 anni
  • Raccomandata
  • Gratuita nelle strutture sanitarie pubbliche

Dall’11° al 12° compleanno è l’età raccomandata per effettuare la vaccinazione anti-HPV nei ragazzi, sia femmine che maschi. Ciclo vaccinale a 2 dosi (0 e 6 mesi) per le ragazze e per i ragazzi nel dodicesimo anno di vita e fino a 14 anni inclusi; ciclo vaccinale a 3 dosi ai tempi 0, 2, 6 mesi a partire dai 15 anni.

Adulti:

Per gli adulti è stato introdotto un programma di recupero (catch up) vaccinale HPV, con mantenimento della gratuità per tutte le dosi del ciclo vaccinale: per le donne fino a 26 anni e per gli uomini almeno fino a 18 anni inclusi, qualora non siano stati precedentemente vaccinati o non abbiano completato il ciclo vaccinale.

Inoltre la vaccinazione HPV è raccomandata:

È raccomandata ai seguenti soggetti:

  • donne che sono state trattate per lesioni di tipo CIN2+ o di grado superiore. La vaccinazione potrà essere somministrata prima del trattamento o successivamente, fino ad un massimo di tre anni dal trattamento stesso;
  • soggetti con infezione da HIV.

I giovani sono ancora reticenti o non sono informati

Stando all’indagine promossa da Fondazione Umberto Veronesi ETS e condotta da AstraRicerche, è emerso che fra coloro che dichiarano di conoscere l’HPV solo poco più di un terzo sa che è offerta attivamente e gratuitamente a partire dall’undicesimo anno d’età e che è possibile vaccinarsi per iniziativa personale anche in età adulta.

Inoltre, il 33,9% si dichiara vaccinato, il 45,6% non ha fatto il vaccino ma ha intenzione di farlo, mentre il 20,5% non è vaccinato e non intende vaccinarsi contro l’HPV. I motivi di questo rifiuto? Il 30% dice di non averne bisogno perché già protetto dall’uso regolare del preservativo; il 17,1% ritiene l’HPV e le malattie correlate un rischio non grave per pensare ad un vaccino; il 23,5% teme effetti collaterali dannosi; il 20,7% ha superato l’età della gratuità e ritiene il costo troppo elevato; il 12,3% ha ricevuto consigli contrari e il 14,7% si dice contrario ad ogni vaccinazione.

Quali sono le terapie?

In molti casi le lesioni da HPV guariscono da sole, senza alcun intervento. Bisogna però tenere a mente che il virus può rimanere latente nel corpo anche dopo la guarigione. Quando invece le lesioni persistono, si può intervenire in modi diversi.

  • I condilomi genitali possono trattati con il laser, la diatermocoagulazione (o elettrocoagulazione) o creme a base di immunostimolanti.
  • Le verruche a mani, piedi e viso possono essere rimosse con piccoli interventi chirurgici, sfruttando le tecniche della diatermocoagulazione, del curettage, del laser) o con prodotti topici ad azione antivirale o iperacidificante.
  • Le lesioni precancerose della cervice uterina, vengono asportate con asportazioni parziali del collo dell’utero, permettendo alla donna di mantenere inalterate le capacità riproduttive.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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