Le donne incinte che usano prodotti per la casa che contengono determinate sostanze chimiche potrebbero mettere a rischio la salute dei polmoni dei loro figli. Lo afferma uno studio condotto dal Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) e dall’Istituto francese per la salute e la ricerca biomedica e pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health. I ricercatori hanno esaminato i dati di oltre mille coppie madre-bambino trovando dei legami tra l’esposizione prenatale a parabeni, ftalati e sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e una ridotta funzionalità polmonare nei bambini. Approfondisci: cosa sono i PFAS e quanto sono pericolosi per la salute.
Dove si trovano PFAS e ftalati?
Dagli anni Cinquanta sono utilizzati nella filiera di concia delle pelli, nel trattamento dei tappeti, nella produzione di imballaggi di carta per uso alimentare e per rivestire le padelle antiaderenti e antimacchia. Le classi di PFAS più diffuse sono il PFOA (acido perfluoroottanoico) e il PFOS (perfluorottanosulfonato): quest’ultimo è usato per esempio nelle schiume antincendio. PFOA e PFOS (8 atomi di carbonio) hanno un’elevata persistenza nell’ambiente (oltre 5 anni), mentre altri PFAS a catena corta (4-6 atomi di carbonio) hanno una persistenza ridotta (una decina di giorni).
Gli ftalati, invece, sono composti chimici contenuti in molte plastiche di bottiglie, confezioni alimentari e prodotti per l’igiene personale.
Come avviene la contaminazione?
Queste sostanze chimiche possono essere assorbite dalla madre attraverso il cibo o l’acqua e successivamente dal feto, che le assorbe attraverso la placenta.
Il follow up
I ricercatori hanno misurato la funzione polmonare dei bambini del campione una volta a 6 anni e una volta a 12 attraverso la spirometria, un test utilizzato per diagnosticare disturbi polmonari che funziona misurando la quantità di aria che si può espirare facendo un respiro forzato.
Le sostanze più pericolose
Tra le sostanze più compromettenti per la funzione polmonare hanno individuato il DINP (diisononil ftalato) e il DEHP (di-2-etilesilftalato). Entrambi sono utilizzati in una gamma di prodotti in plastica e possono essere assorbiti attraverso la pelle.
Come fare prevenzione?
«Le misure preventive per ridurre l’esposizione alle sostanze chimiche identificate, tra cui una regolamentazione più severa e l’etichettatura dei prodotti di consumo per informare meglio il pubblico, potrebbero aiutare a prevenire la compromissione della funzionalità polmonare nell’infanzia ea migliorare la salute a lungo termine», hanno spiegato gli autori dello studio.
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