La narcolessia, che è una malattia neurologica caratterizzata da un’eccessiva sonnolenza diurna, si presenta con 4 sintomi:
- Sonnolenza diurna. Si esprime con attacchi di sonno irresistibili e non prevedibili, che si verificano in circostanze del tutto inusuali (alla guida, durante un pasto, al lavoro).
- Cataplessia. È una perdita del tono muscolare in seguito a una forte emozione. L’individuo, in questo caso, avverte debolezza ai muscoli, in concomitanza con stimoli emozionali, come il riso, l’imbarazzo, la collera, la sorpresa. Questa sensazione di spossatezza può coinvolgere tutti i muscoli e trasformarsi in una caduta al suolo oppure solo alcuni gruppi muscolari e determinare il cedimento di un una parte del corpo (come, ad esempio, le ginocchia o la mandibola).
- Allucinazioni ipnagogiche. L’individuo sogna a occhi aperti e queste visioni oniriche si confondono con la realtà.
- Paralisi del sonno. Durante il sonno la persona si sente incapace di muoversi o parlare, anche se è perfettamente cosciente.
Quali sono le cause
Le cause della narcolessia sono tuttora sconosciute. Si pensa, però, che all’origine ci sia un neurotrasmettitore, l’ipocretina, che nei narcolettici è carente o quasi del tutto mancante.
Quando rivolgersi allo specialista
Le persone che da almeno 3 mesi hanno episodi di addormentamento diurno, talvolta associato a cataplessia, devono rivolgersi a un centro specializzato in patologie del sonno. Gli esami necessari per diagnosticare la narcolessia sono la polisonnografia e il test delle latenze multiple di addormentamento (MSLT).
Come si cura?
Il primo approccio terapeutico è quello comportamentale, che prevede che il narcolettico faccia riposini diurni di 15-20 minuti in concomitanza con gli attacchi di sonnolenza. In questo modo si prolunga la fase di vigilanza e si riduce la sonnolenza. Si può ricorrere anche alla terapia farmacologica. I principi attivi dei medicinali prescritti mirano a controllare la sonnolenza diurna.
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