Le epatiti sono patologie che colpiscono il fegato. L’epatite A è causata dal virus HAV e viene trasmessa per via oro-fecale. Nella gran parte dei casi è dovuta al consumo di alimenti contaminati, soprattutto pesce o cibi crudi. Il virus si può trovare in ostriche, cozze, vongole crude, e in altri alimenti non lavati bene o cucinati con acque contaminate. Ovviamente anche nell’acqua e nel ghiaccio. In genera, l’epatite A ha un decorso benigno.
L’epatite B, invece, è causata dal virus HBV. Nel 95% dei casi scatena un’infezione acuta che guarisce in pochi mesi, nei restanti il virus non viene debellato completamente e l’infezione diventa cronica. L’HBV si trasmette attraverso il contatto diretto con fluidi del corpo infetti, come sangue, saliva, sperma, secrezioni vaginali, latte materno.
L’epatite C, infine, è provocata dal virus HCV. L’infezione distrugge le cellule epatiche e il fegato reagisce dando vita a meccanismi di riparazione. Questo virus si può contrarre attraverso procedure sanitarie effettuate senza un adeguato controllo, come nel caso di trasfusioni di sangue infetto o uso di aghi e strumenti non perfettamente sterilizzati. Tra i giovani ci sono altri fattori di rischio: tossicodipendenza, i rapporti sessuali non protetti, ma anche tatuaggi e piercing fatti senza rispettare le norme igienico-sanitarie.
Per capire se un soggetto è entrato in contatto con i virus dell’epatite, si osserva la presenza degli antigeni nel sangue.
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Parola all’esperto
Approfondisci con la videointervista a Francesco Onida, professore associato di Ematologia, dipartimento di Oncologia e Emato-Oncologia dell’Università degli Studi di Milano, e ricorda sempre che il referto deve essere controllato e interpretato dal tuo medico.
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