Salute

Quali lavoratori sono esposti al rischio di silicosi?

Si tratta di una malattia polmonare causata da particelle presenti in tutte le industrie minerarie e di scavo. Per questo, è una patologia professionale diffusa in tutto il mondo

La silicosi è una malattia causata dalla inalazione cronica e dalla penetrazione nei polmoni di polveri di silice o biossido di silicio (SiO2). Tali particelle sono presenti, in concentrazione più o meno elevata, in tutte le industrie minerarie e di scavo. Per questo, la silicosi è una malattia professionale, diffusa praticamente in tutto il mondo.

Le professioni a rischio

Le professioni che espongono maggiormente al rischio di contrarla sono numerose: scavo di rocce in gallerie, miniere, cave, lavorazione di rocce silicee e quarzifere, di graniti, di gres, di ceramiche, porcellane, refrattari i procedimenti di levigatura e di smerigliatura, la preparazione delle materie prime del vetro.

Gruppo San Donato

Nell’industria metallurgica possono venire colpiti i lavoratori degli altiforni in seguito alla inalazione di fumi, e, nelle fonderie e smalterie, quelli addetti alle operazioni di molatura, sbavatura e sabbiatura.

Quali sono le cause?

Le particelle di silice che raggiungono le cavità degli alveoli polmonari vengono inglobate da cellule del sistema immunitario, che però non riescono a digerirle e muoiono. Morendo liberano le particelle di silice, che vengono inglobate nuovamente da altre cellule. Si innesca così un circolo vizioso che comporta una irritazione continua del tessuto polmonare, con processi infiammatori cronici che evolvono verso la sclerosi. Il processo è lento e porta, nell’arco di diversi anni, alla formazione di noduli disseminati in entrambi i polmoni. Nei casi avanzati i noduli confluiscono in ammassi che possono sostituire anche un intero lobo polmonare.

Quali sono i sintomi?

I primi sintomi della malattia si manifestano in genere dopo molti anni (anche 10-15) di esposizione alle polveri e sono caratterizzati da tosse, dispnea da sforzo, bronchiti ricorrenti. Il grado della dispnea può essere molto variabile, in relazione alla gravità delle lesioni polmonari. Spesso il quadro clinico si complica per il sovrapporsi di altri processi morbosi quali bronchite cronica, enfisema polmonare, tubercolosi polmonare, insufficienza cardiaca.

In alcuni casi sia i sintomi clinici, sia le alterazioni polmonari si rendono evidenti solo parecchi anni dopo che è cessata l’attività lavorativa responsabile. La malattia, infatti, progredisce anche se a un certo punto non si ha più l’esposizione alle polveri.

Quali sono le terapie?

Non esiste una terapia specifica. Una volta instauratasi, la malattia progredisce in modo autonomo, per cui è importante che la diagnosi venga effettuata precocemente, in modo da allontanare il paziente da ulteriore danni. I disturbi dipendenti dalla bronchite cronica e dall’enfisema polmonare vengono trattati con terapie sintomatiche.

La prevenzione è molto importante ed è basata su visite radiograficheperiodiche, uso di maschera durante il lavoro, ventilazione e aspirazione delle polveri dall’ambiente, abbattimento delle polveri con acqua (lavorazione a umido), sostituzione del materiale sclerogeno con materiale inerte nelle operazioni di sabbiatura.

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