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Piede torto: bisogna sempre operarsi?

In Italia, ogni anno nascono circa 500 bambini affetti da questo disturbo: scopri quali sono le caratteristihce, le cause e il trattamento nel focus a cura dell'esperto

Definizione: cos’è il piede torto?

Il piede torto idiopatico è una malformazione complessa che presenta, fin dalla nascita, specifiche alterazioni anatomiche del piede con tendenza naturale a recidive durante le fasi a più rapido accrescimento del bambino. Seconda per frequenza tra tutte le malformazioni neonatali a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, colpisce in prevalenza il sesso maschile.

In Italia, ogni anno nascono circa 500 bambini affetti e circa 100 con piede torto secondario, cioè collegato a patologie neuromuscolari o sindromiche, per cui è consigliabile eseguire uno screening clinico ortopedico.

Gruppo San Donato

Cause del piede torto

Pur sapendo che il piede torto si sviluppa tra la 12ª e la 32ª settimana di gestazione, non sono ancora note le cause. Sembrano però contribuire diversi fattori ambientali, come

  • iperpressione uterina,
  • parto pretermine,
  • insufficienza placentare,
  • amniocentesi eseguita prima della 13ª settimana di gestazione ecc.

La probabilità di trasmettere ai figli familiarità positiva è inferiore al 3%. Aumenta però fino al 10-20% se entrambi i genitori sono nati con questa malformazione.

Trattamento

Trattamento del piede torto

Va iniziato entro il primo mese di vita del bambino per sfruttare le capacità elastiche e di rimodellamento delle componenti muscolo-scheletriche. Un piede torto non trattato in età neonatale può portare, con la crescita, a un progressivo aggravamento delle deformità. La conseguenza sarebbe deficit funzionali e postumi dolorosi così importanti da limitare le normali capacità motorie e di relazione del bambino.

Esistono varie tipologie di trattamenti specialistici. Negli ultimi anni però il metodo più usato in tutto il mondo è quello dell’ortopedico spagnolo Ignacio Ponseti (1914-2009). Si tratta di un protocollo di cura mininvasivo in grado di ottenere una progressiva e stabile correzione anatomica del piede in più del 98% dei casi trattati. Questo indipendentemente dalla loro gravità iniziale, e in tempi molto rapidi.

Le tre fasi terapeutiche

Si possono distinguere tre fasi terapeutiche principali – correttiva, di mantenimento e di follow-up – tra loro strettamente correlate per tempistica, modalità di esecuzione e significato terapeutico.

  • Correttiva: tramite ingessature a cadenza settimanale si correggono e stabilizzano le varie alterazioni anatomiche.
  • Mantenimento: durante questa fase si utilizza un tutore per contrastare la tendenza naturale del piede torto a recidive, rimodellando lo sviluppo dei nuclei di accrescimento delle ossa tarsali, distendendo il comparto capsulo-legamentoso e muscolare del piede in trattamento e mantenendo elastica la tensione del muscolo tricipite surale durante le fasi di rapido accrescimento del piede del bambino.
  • Follow-up: dopo i cinque anni, una volta dismesso il tutore, se il bambino non presenta un rischio clinico elevato di sviluppare una recidiva, i controlli specialistici potranno essere più dilazionati nel tempo (ogni sei-otto mesi) e dovranno essere mantenuti almeno fino ai sette-otto anni di età.

Qualità della vita

Un bambino ben trattato potrà avere, nella maggioranza dei casi, un appoggio plantigrado, asintomatico e funzionalmente corretto. Inoltre non necessiterà di alcun tipo di calzature od ortesi correttive tanto da poter svolgere, anche in età adulta, una vita sociale e sportiva, anche agonistica, senza alcuna limitazione.

Focus a cura di Sergio Monforte, dirigente medico della struttura complessa di ortopedia pediatrica all’ospedale dei bambini Vittore Buzzi di Milano.

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