Questa sindrome è caratterizzata da una severa e progressiva perdita di motivazione che può portare a una morte ancora scientificamente inspiegabile. Da vent’anni John Leach, professore all’Università di Portsmouth in Gran Bretagna, studia questo fenomeno. Secondo Leach la GUI è una espressione clinica di un difetto mentale e rappresenta una risposta alla gestione di un trauma.
I pazienti di GUI vivono cinque diversi stadi
- isolamento: in questo stadio la persona comincia a isolarsi socialmente, perde motivazione, ha un umore peggiore, ma resta nelle sue piene facoltà mentali. Chi si trova in questo stadio può avere comportamenti normali. Questo stadio dura molto poco;
- apatia: in questo stadio si vive una crescente mancanza di motivazione. Si è coscienti e senzienti, anche se si possono vivere alcuni disturbi, come difficoltà di memoria, incapacità di pianificare e di restare concentrati;
- abulia: se non affrontata, la sindrome può portare a una grave demotivazione. Si diventa incapaci di prendere decisioni o iniziative;
- acinesia: si diventa sempre meno motivati e sempre meno capaci di rispondere alle situazioni anche normali. Si diventa insensibili al dolore, alla sete o alla fame;
- morte psicogena: in questo stadio si ha la perdita totale della voglia di vivere. Poco prima di morire, in molti hanno manifestato un breve momento di lucidità.
Tra le prime manifestazioni dei sintomi e la morte passano circa tre settimane.
Morte inspiegabile
Il problema è che quando l’anatomopatologo analizza il corpo del defunto, non riesce a dare una spiegazione alla morte. Le autopsie spesso riportano che non ci sono ragioni tossicologiche, anatomiche o di altra natura medica per la morte, che viene ritenuta morte psicogena.
Le cause
Una delle cause potrebbe essere uno squilibrio di dopamina all’interno dei circuiti frontali sottocorticali, che sono implicati in diverse funzioni importanti come l’iniziativa, il prendere decisioni, ma regola anche i comportamenti che teniamo davanti a emozioni dolorose.
Terapie
Il professor Leach sostiene che si possa affrontare la GUI con farmaci e assistenza psicologica.
Occorrono ancora molti studi
Servono però ulteriori approfondimenti e studi che tengano conto solo di dati verificati e verificabili.
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