Essere in salute per me vuol dire raggiungere un equilibrio spirituale, psicologico e fisico. Benessere che tocco con mano quando sono immersa in una natura bella, rigogliosa, potente: una camminata in montagna o nel folto di un bosco, quasi un tornare nel ventre materno, sono la più potente medicina contro lo stress e l’ansia della vita quotidiana, alla base di tante malattie del nostro tempo. È il ritmo della natura, con il suo respiro, la sua morbidezza, i suoi suoni ovattati, quello che vorrei sempre seguire, quando, invece, spesso e malvolentieri viviamo in deliri cittadini dove il rumore impera. Ritengo fondamentale riuscire a ritagliarsi momenti di solitudine in cui nutrirsi con la serenità che dà questa nostra madre, nella quale io, credente, sento forte la presenza di Dio.
Appena posso scappo in campagna
Prima della nascita di mio figlio Ettore, che compirà 7 anni il 26 di questo novembre, i miei amici mi prendevano in giro perché andavo alla ricerca di eremi in cui passare periodi rigeneranti nei quali curare il mio io più profondo; ma anche da mamma – e amo il mio piccolo più della mia stessa vita – non ho smesso di pensare che prima di tutto resto un essere unico e irripetibile e solo dopo sono una madre, una compagna, una sorella, un’amica. Io e il mio compagno Kim possediamo una casa nelle campagne vicino a Viterbo, dove portiamo Ettore non appena possiamo: passeggiare in quei posti mi cambia davvero l’umore, tanto che, come rovescio della medaglia, quando torno a Roma la ritrovata frenesia cittadina mi dà una sensazione di fastidio, rendendomi a volte anche intollerante.
L’amore per la natura nasce da lontano
La mia empatia con la natura, del resto, risale all’infanzia, quando abitavo con i miei genitori vicino a un bosco nella zona di Bassiano (Latina). A quell’epoca data anche la mia passione per i cavalli: facevo equitazione e, durante le vacanze estive in Tunisia (patria di mia mamma), cavalcavo ogni giorno dalla mattina fino a metà pomeriggio. Oggi sappiamo quanto sia importante la pet therapy e possedere un animale domestico farebbe la gioia di Ettore, ma io purtroppo sono allergica al pelo di cani e gatti e perciò non posso permettermi di tenerli in appartamento. Abbiamo ripiegato sulle tartarughe e, visto che adoro i rettili, recentemente ho proposto a mio figlio di prendere un camaleonte, ma so che non è proprio come avere un quattrozampe peloso…
Con la gravidanza ho cambiato stile di vita
L’arrivo di Ettore, nel 2011, ha rappresentato una svolta nella mia vita anche per quanto riguarda la salute. Prima di decidere con Kim di mettere al mondo un bebè non mi ero mai preoccupata, forse anche per via dell’età, dei danni che possono causare l’alimentazione sbagliata, il dormire poco e il non praticare un’adeguata attività fisica. Di fatto ero soggetta a frequenti raffreddori e mal di gola e spesso avevo lo stomaco in subbuglio. La gravidanza è stata la svolta, anzi, l’inizio di tutto, perché ho cominciato a considerare il mio corpo come un tempio in cui custodire il mio piccolo e, quindi, ho preso a occuparmene seriamente. Come prima cosa ho curato l’alimentazione. Mi sono rivolta a un nutrizionista e gli ho confessato di essere golosa, di non riuscire a fare a meno dei carboidrati. Lui non me li ha vietati, ma mi ha consigliato di prestare attenzione ai vari tipi di farina, scegliendo quella di kamut, di farro o di lupino al posto della 00. I benefici sono stati immediati. Anche se, lo ammetto, non ho rinunciato del tutto alle «schifezze»: sono buonissime e a volte le concedo anche a Ettore, così, poi, le assaggio anch’io… Anche perché le negazioni assolute non le concepisco proprio mentalmente, a meno che, ovviamente, non si tratti di alimenti realmente dannosi: ancora adesso, mettendomi magari a dieta prima di andare sul set, se mi dico «non devo mangiare questo o quello» è finita. Funziona di più pensare in positivo, convincermi che in quel momento è meglio che mangi questo piuttosto che quello. E all’attrazione fatale per il fast food ho sostituito quella per il sushi.
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L’importanza della respirazione
Quindi sono passata all’attività fisica, trasformandola in una pratica regolare, quando prima passavo da periodi in cui mi ammazzavo di sport ad altri di ozio totale. Con il pancione mi sono dedicata a camminate e nuoto, poi, nato Ettore, ho aggiunto anche la corsa e, soprattutto, un tipo di yoga che ho scoperto adattissimo a me: il Metodo De Rose. Garantisce ottimi risultati a livello estetico, di postura – che, se scorretta, è tra le cause di cellulite, ritenzione idrica e cuscinetti di grasso – e, soprattutto, di respirazione, fondamentale per noi attori. Con una respirazione regolare il corpo si rilassa e ossigena, diviene più elastico, migliora la circolazione e contrasta quella tensione cervicale che, nelle persone iperattive come me, porta la testa a non «staccare» anche durante la notte. L’ultimo quarto d’ora di ogni lezione, infine, è dedicato alla meditazione, alla capacità di isolarsi e di stare in ascolto. Insomma, grazie a tutti questi cambiamenti sono diventata una donna più in salute ed energica. Ho anche imparato a non abusare dei farmaci a causa di un incidente domestico accaduto al settimo mese di gravidanza, quando sono caduta fratturandomi tutte e cinque le dita della mano sinistra. Un male che non augurerei al mio peggior nemico, e non potevo assumere antidolorifici, io che al minimo mal di testa ricorrevo alla chimica… Da allora sono allenata a sopportare il dolore.
Ilaria Spada (testimonianza raccolta da Marco Ronchetto per OK Salute e Benessere)
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