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Il colera
Il colera è un’infezione causata dal batterio Vibrio cholerae. Il contagio avviene per contatto diretto o indiretto con feci o cibo contaminati. Il rischio più grande è la disidratazione. Può essere contratto quindi dopo l’ingestione di acqua o alimenti contaminati da materiale fecale di persone infette. Come spesso accade nelle intossicazioni alimentari i cibi più pericolosi sono quelli crudi o poco cotti, in particolare i frutti di mare. Questo accade perché il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere.
Le cause di epidemia
Tendenzialmente le più importanti cause di epidemie di colera sono da ricercare nelle scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi, soprattutto nella gestione delle fogne. La trasmissione della malattia da persona a persona è estremamente rara.
Quali sono i sintomi
In tre casi su quattro chi è colpito da colera non manifesta alcun sintomo. Tra chi invece ha la sintomatologia, solo una piccola parte sviluppa una forma grave della malattia.
Il sintomo principale è la diarrea. La costante perdita di liquidi può portare molto presto alla disidratazione e allo shock, che nei casi più gravi può essere rapidamente mortale. Altri sintomi possono essere vomito e crampi alle gambe.
Quali sono le terapie
Occorre combattere la possibile disidratazione con la reintegrazione dei liquidi e dei sali persi con la diarrea e il vomito. Nel 90% questo basta per stare meglio. La reidratazione viene eseguita con l’assunzione di soluzioni ricche di zuccheri, elettroliti e acqua, e deve essere intrapresa immediatamente.
I casi più gravi devono essere ricoverati in ospedale. Lì si procederà al ripristino dei fluidi in modo intravenoso. Soprattutto all’inizio, richiede grandi volumi di liquidi, fino ai 4-6 litri. Con un’adeguata reidratazione solo l’1% dei pazienti muore e, di solito, in seguito al ripristino dei fluidi, la malattia si risolve autonomamente.
Gli antibiotici, generalmente tetracicline o ciprofloxacina, possono abbreviare il decorso della malattia e ridurre l’intensità dei sintomi. Sono prescritti soprattutto per le forme più gravi o nei pazienti più a rischio, come gli anziani.
La vaccinazione
Esiste un vaccino, che molti medici consigliano soprattutto a chi decide di andare in Paesi dove il rischio colera è alto, come l’India e il Bangladesh. In passato il vaccino contro il colera non era molto utilizzato perché non garantiva una protezione totale, ma qualche tempo fa è stato messo a punto un nuovo vaccino anticolerico ricombinante più efficace. Si tratta di una miscela da bere divisa in due dosi e garantisce una protezione per due anni dalla somministrazione della seconda dose, che va eseguita da una a sei settimane a distanza dalla prima. Successivamente può essere necessaria una terza dose per mantenerne l’efficacia. Il vaccino, inoltre, è attivo anche contro altre forme di diarrea come quella provocata dall’Escherichia Coli.
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