Psicologia

Iperfantasia e afantasia: che cosa sono?

Si dice che grandi artisti, pittori e scrittori siano dotati della capacità di evocare immagini estremamente vivide. Un talento che la scienza studia, ma conosce ancora poco, e dietro cui si possono nascondere anche degli effetti collaterali

Iperfantasia e afantasia: fu lo psicologo Francis Galton, cugino di Darwin, fu il primo a notare queste differenze grazie al suo “questionario del tavolo della colazione”. Solo recentemente, gli scienziati hanno approfondito il tema. Gli afantasici non riescono a visualizzare immagini mentali, mentre gli iperfantasici vivono ricordi e visioni con una straordinaria vividezza.

Un test comune per misurare queste capacità è il VVIQ (Visual Vividness Imagery Questionnaire). I punteggi vanno da 16 (afantasia) a 80 (iperfantasia). Circa il 5-10% della popolazione è iperfantasica, mentre solo l’1% è afantasica.

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Iperfantasia e creatività: un legame evidente?

Secondo il professor Adam Zeman dell’Università di Exeter, chi ha un’immaginazione visiva vivida potrebbe essere più incline a lavori creativi. Ad esempio, il poeta William Blake viene spesso considerato iperfantasico per la sua capacità di visualizzare scene mitologiche.

Tuttavia, ci sono eccezioni: Glenn Keane, celebre animatore Disney, è afantasico, mentre Darwin – scienziato e non artista – potrebbe essere stato iperfantasico.

Due tipi di iperfantasia

Un recente studio distingue due forme di iperfantasia:

  1. Pittorica, legata alla visualizzazione di colori, forme e dettagli.
  2. Visuo-spaziale, associata all’orientamento nello spazio e alla risoluzione di problemi pratici, come parcheggiare l’auto o giocare a Tetris.

Gli iperfantasici pittorici tendono verso professioni artistiche, mentre quelli visuo-spaziali potrebbero eccellere in ingegneria e design.

I lati oscuri dell’iperfantasia

L’iperfantasia può essere un dono, ma anche una trappola. Chi possiede questa capacità ha ricordi molto vividi, spesso confusi con l’immaginazione, e può vivere più nel passato o nel futuro che nel presente.

Gli afantasici, al contrario, tendono a concentrarsi meglio sul qui e ora, con meno intrusioni immaginative.

Iperfantasia e salute mentale

Gli estremi dell’immaginazione possono influenzare la salute mentale:

  • Afantasia: associata ad alti punteggi nei test sull’autismo.
  • Iperfantasia: collegata a una maggiore vulnerabilità al disturbo post-traumatico da stress e, in casi estremi, a sintomi psicotici come allucinazioni.

Un campo di ricerca promettente

Gli scienziati stanno appena iniziando a esplorare il potenziale dell’immaginazione. Capire meglio l’iperfantasia e l’afantasia potrebbe aprire nuove strade nello studio della percezione, della memoria e della salute mentale.

Testo di Camilla De Fazio

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