Alimentazione

I cibi healthy sono davvero più salutari?

Vegani, senza zucchero, integrali: spesso le aziende puntano a cambiare la percezione che abbiamo di alcuni prodotti. Ecco tutta la verità

Gli scaffali sono sempre più affollati di cibi presentati come “healthy” (salutari). Accanto al mondo del biologico e di marchi più genuini, si sono inserite anche le grandi aziende alimentari, con un’azione definibile come “health washing“: multinazionali che hanno sempre confezionato alimenti poco salutari iniziano a formulare prodotti con una lista di ingredienti apparentemente più sana e green. Ma la domanda è: questi alimenti sono realmente più salutari?

Le creme spalmabili vegane

A settembre è stata lanciata la Nutella plant-based, vegana e dal sapore molto simile alla versione classica. Tuttavia, secondo la dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista della Fondazione Veronesi, la lista degli ingredienti è pressoché identica a quella della versione tradizionale.

Gruppo San Donato

Differenze principali

  • Il latte scremato in polvere è sostituito da ceci e sciroppo di riso.
  • I valori nutrizionali restano simili: carboidrati, grassi e proteine hanno quantità quasi equivalenti.

Considerazioni

  • La versione vegana è adatta agli intolleranti al lattosio ma non è più leggera o salutare.
  • Per valutare un prodotto, è importante leggere i valori nutrizionali e l’elenco degli ingredienti in ordine decrescente.

In entrambe le versioni, zucchero e olio di palma sono gli ingredienti principali, seguiti dalle nocciole (13%). Calorie, grassi e zuccheri sono pressoché identici.

Le bibite “zero”

Molte bibite vantano claim come “meno”, “zero” o “senza”. Un esempio è la Coca Cola “Zero zuccheri zero caffeina”, che presenta vantaggi e criticità.

Vantaggi

  • L’assenza di caffeina è utile per chi è sensibile agli effetti di questo stimolante, che può influire su sonno, ritmo cardiaco, pressione e acidità gastrica.
  • L’assenza di zuccheri riduce l’impatto calorico e il rischio di carie dentale.

Criticità

I dolcificanti artificiali, spesso presenti, possono:

  • Influenzare negativamente il microbiota intestinale.
  • Stimolare l’appetito e indurre a consumare più cibo.
  • Alimentare la dipendenza dal sapore dolce.

Occhio all’aspartame

Molte bibite “zero zuccheri” contengono aspartame, un dolcificante artificiale classificato dall’OMS come “possibile cancerogeno per l’uomo”.

Cosa dicono le autorità

  • Le prove disponibili sono limitate, e il rischio è considerato basso alle dosi comuni.
  • L’Efsa ha fissato in 40 mg/kg di peso corporeo la dose giornaliera accettabile. Una lattina di bibita zero ne contiene circa 180 mg, quindi un uomo di 70 kg dovrebbe consumarne oltre 15 lattine al giorno per superare il limite. Tuttavia, per i bambini si raccomanda moderazione.

I formaggi spalmabili “light”

I formaggi spalmabili “light” contengono solitamente il 30% in meno di grassi rispetto alla versione classica. Tuttavia, presentano alcune criticità:

Considerazioni:

  • La riduzione di grassi potrebbe indurre a consumare porzioni maggiori, influenzati dal percepito “più salutare”.
  • Gli addensanti, comuni a tutte le versioni, sono spesso di origine vegetale e servono a garantire la spalmabilità.

I formaggi spalmabili rientrano comunque nella categoria dei cibi processati.

I prodotti da forno “integrali”

Molti prodotti da forno vantano diciture come “integrale”, “cinque cereali” o “multicereali”, ma spesso si tratta di strategie di marketing.

Come riconoscere i veri integrali:

  • L’etichetta nutrizionale deve indicare la farina integrale come primo ingrediente.
  • In caso di mix di farine, la percentuale di integrale dovrebbe essere specificata.

Attenzione: Molti prodotti apparentemente integrali contengono solo piccole percentuali di crusca o cruschello aggiunti a farine raffinate.

Conclusioni

Gli alimenti presentati come “healthy” possono ingannare i consumatori con claim accattivanti ma talvolta fuorvianti. La chiave per scegliere consapevolmente è leggere con attenzione l’etichetta nutrizionale e l’elenco degli ingredienti, evitando di farsi influenzare unicamente dal marketing.

Testo di Tiziano Zaccaria

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